Classi itineranti. Terranuova apripista. E il dirigente scolastico va a Roma

L'istituto comprensivo GIovanni XXIII° di Terranuova Bracciolini ha avviato un progetto sperimentale che prevede lo spostamento per le lezioni non degli insegnanti, ma dei ragazzi, che si recano in aule a disposizione dei docenti. Mercoledì a Roma c'è stata la riunione di tutte le scuole italiane coinvolte in questo innovativo percorso didattico.

Il dirigente scolastico Alberto Riboletti

Il dirigente scolastico Alberto Riboletti

Arezzo, 17 novembre 2017 - Il progetto “DADA”, che prevede una rivoluzione nel modo di insegnare attraverso classi itineranti, in Valdarno è portato avanti dall’Istituto Comprensivo Giovanni XXIII° di Terranuova Bracciolini che ha messo in atto l’ innovativo metodo pedagogico–didattico e organizzativo. L’obiettivo è il congiungimento di un insegnamento qualitativamente alto con la funzionalità organizzativa di matrice anglosassone. A pochi mesi dall’avvio del progetto è tempo di primi bilanci e il dirigente scolastico Alberto Riboletti ha partecipato mercoledì scorso a Roma ad un incontro con tutte le altre realtà scolastiche italiane che dallo scorso settembre hanno adottato, in via sperimentale, il progetto.

“ Siamo stati onorati di aver partecipato a questa iniziativa, perché apparteniamo a quel piccolo gruppo di avanguardie educative di Indire, l’iniziativa promossa dal Ministero dell’Istruzione – ha Riboletti - . Venendo all’aspetto più pratico del progetto – ha aggiunto - , stiamo registrando soddisfazione da parte di genitori, insegnanti e studenti. Oltretutto stiamo riscontrando che sono sempre più numerosi gli istituti che a livello provinciale e regionale stanno esprimendo interesse verso questo tema e proprio a questo proposito vorremmo organizzare, qui a Terranuova, un appuntamento per approfondire il progetto DADA”.

Ma come funziona il nuovo percorso didattico? Ciascuna aula è stata trasformata in un laboratorio. In sostanza l’ambiente di apprendimento viene affidato agli insegnanti della stessa disciplina. Aule che appaiono anonime, con le cartine geografiche attaccate al muro, il più delle volte in maniera obliqua, e prive di stimoli particolari dal punto di vista didattico, appaiono sempre di più come ambienti personalizzati dagli stessi insegnanti. La classe si trasforma quindi in un set educativo e i ragazzi si spostano a seconda degli orari, secondo una organizzazione capillare e già definita, nelle aule-laboratorio, seguendo un percorso prestabilito controllato. Insomma, troviamo studenti che nelle prime due ore raggiungono l’aula per le lezioni di italiano, poi si spostano nell’aula di scienze, poi in palestra, poi nel laboratorio di ceramica e successivamente negli atelier. E’ una sorta di “rivoluzione copernicana” che consente di personalizzare sia l’offerta didattica che gli ambienti, andando incontro alle esigenze nuove di un mondo che sta cambiando.