Pontedera, a Pescara una prova incolore. Bene la fase difensiva, male quella offensiva

L’analisi della sconfitta granata che è costata il sesto posto in classifica a favore degli abruzzesi. Due tempi diversi a confronto

Pontedera, a Pescara una prova incolore. Bene la fase difensiva, male quella offensiva

Pontedera, a Pescara una prova incolore. Bene la fase difensiva, male quella offensiva

Incolore. E’ questo l’aggettivo più azzeccato per definire l’1-0 di Pescara, deciso dal gol di Merola al 44°. E’ stata una gara complessivamente equilibrata, tra le più efficaci per la fase difensiva ma tra le più sterili come produzione offensiva per una sconfitta costata al Pontedera la perdita del sesto posto in classifica a favore degli abruzzesi e che può essere analizzata suddividendola in due fasi coincidenti con i tempi di gioco.

Prima fase, 1°-45° minuto. La squadra di Canzi è scesa all’Adriatico con l’intenzione primaria di interrompere le linee di gioco pescaresi chiudendo i rifornimenti verso gli esterni del 4-3-3 avversario, e una volta conquistata palla di arrivare prima possibile agli attaccanti Ianesi e Peli per creare superiorità in fascia. Sul piano difensivo ha funzionato tutto bene fino al 44°, perché sono state concesse solo due occasioni: la prima sventata da Vivoli (15° su Cuppone), la seconda vanificata da un fuorigioco dopo la bella parata di Vivoli su Merola (30°). Il gol che ha deciso la partita è nato da una palla persa che ha trovato la squadra aperta e che il Pescara è stato bravo a capitalizzare. Sul piano offensivo invece non si è visto quanto di solito mostrato come produzione e pericolosità: solo un tiro di Ambrosini rimpallato (22°), e uno di Peli bloccato da Plizzari (36°). Se i granata hanno difeso bene, hanno attaccato male, nel senso che potevano essere più precisi. Sono mancati ritmo e palleggio e difficilmente si era visto un Pontedera così abulico in fase offensiva. Lo 0-0 sarebbe stato il massimo da portar via.

Seconda fase, 46°-95° minuto. Nel secondo tempo i granata hanno fatto la partita in maniera netta come possesso, hanno annullato la pericolosità dell’attacco locale, ma sono mancati di idee, risorse e qualità delle giocate. All’ora di gara Canzi con gli ingressi di Selleri per Provenzano e Angori per Peli ha cambiato disposizione, passando in fase di possesso dal 3-4-2-1 al 3-4-3 e poi con quello di Salvadori (78°) all’iper offensivo 4-2-4 con il classe 2005 largo a sinistra, Delpupo a destra, Selleri e Ianesi in mezzo. Il Pescara è rimasto sempre col 4-3-3. L’unica occasione creata per il pari (80°) se l’è divorata Ignacchiti, che ha sparato alto a una manciata di metri dalla linea di Plizzari, lasciando tanto amaro in bocca per questo stop, anche alla luce dei chiari segnali di rilancio visti nelle quattro partite precedenti. Resta il rammarico di non essere riusciti a portare via almeno il punto, cosa che è capitata diverse volte in questa stagione, vedi, ad esempio, le gare perse contro Entella e Carrarese all’andata, Perugia e Pineto nel ritorno. Da salvare resta l’atteggiamento, con la squadra che ha tenuto bene il campo, non si è mai sfilacciata o ha perso l’attenzione.

Stefano Lemmi

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