Granata, analisi di un ko. Serve più continuità

Pontedera, la sconfitta di sabato contro l’Entella raccontata in tre fasi. A pesare per il gruppo di Canzi la scarsa attenzione sulle palle inattive.

Scarsa attenzione sulle palle inattive e prestazione a intermittenza. E’ sostanzialmente questo il motivo della sconfitta del Pontedera (che domenica aspetta l’Ancona) con l’Entella. Un 3-1 deciso nel primo tempo dalle reti di Corbari (33°) e dalla risposta di Ignacchiti (36°), nella ripresa da quelle di Giovannini (60°) e Petermann (79°) e che può essere analizzato in tre frasi.

Prima fase, 1°-45° minuto. Il primo tempo è stato sostanzialmente equilibrato. Un paio di buone occasioni per parte - Benedetti e Ianesi per il Pontedera, Giovannini e Petermann per l’Entella – e una rete a testa. La squadra di Canzi è sempre stata in partita, come ha dimostrato la costruzione del gol, che ha misurato la filosofia del gioco: aggressività sul ricevente (Corbari), con un difensore (Guidi) che va a prendere l’avversario a metà campo, recupero palla, scambi rapidi e manovra ariosa per un botta e risposta contro i padroni di casa che si erano fatti valere soprattutto per la capacità di conquistare le seconde palle. Ma il 3-4-1-2 pontederese è riuscito ad uscire spesso dalla tenaglia centrale del 3-5-2 ligure.

Seconda fase, 46°-63° minuto. Al rientro in campo invece il Pontedera non ha più saputo venir fuori dalla pressione di un avversario mostratosi subito migliore come aggressività e recupero palla e rientrato col chiaro segnale di trovare presto il gol. I granata nel primo quarto d’ora non hanno retto a questa a questa onda biancoceleste e sono naufragati per la seconda volta sulle conseguenze di un calcio da fermo (un angolo, come per il primo gol locale). Non è stato un problema tecnico né tattico o atletico: in questa fase l’Entella ha dimostrato più "fame" e si è mossa con maggior determinazione e rapidità impedendo a Espeche e compagni di arrivare per primi sulla palla.

Terza fase, 64°-94° minuto. Con l’ingresso di Ganz per Martinelli (64°) il Pontedera si è messo col 4-2-3-1 e nell’arco di 6 minuti (67°-72°) ha prodotto una traversa (Ganz), un palo (Ianesi) e un’occasione ribattuta (Ianesi). Qui si è visto il vero Pontedera, come lo si era visto in occasione della rete dell’1-1 e solo a sprazzi nella prima frazione. Nonostante questo la terza disattenzione su un calcio piazzato (punizione) ha chiuso definitivamente l’incontro (poco prima Giovannini aveva colpito la traversa) a favore di un’Entella che pur senza strafare nella manovra ha espresso qualcosina in più in termini di intensità, adrenalina e capacità di voler primeggiare, sfruttando al massimo la palle da fermo. In casa granata resta l’amaro in bocca per non essere riusciti a passare indenni il primo quarto d’ora della ripresa. Se il Pontedera ci fosse riuscito la sensazione è avrebbe potuto strappare almeno un pari su un campo difficile.

Stefano Lemmi

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