
"Trattamento orribile" Niente sbarco a Marina per 73 bambini e minori costretti a ripartire
"I soggetti vulnerabili sono stati costretti a vivere un trattamento orribile", gridano da Medici senza Frontiere. E le polemiche non si placano sul doppio scalo, il lungo ed estenuante viaggio a cui sono stati sottoposti negli ultimi giorni i 346 migranti giunti due giorni fa a bordo della Geo Barents. Nonostante le procedure di prima accoglienza siano terminate senza grossi intoppi, poco dopo le 7 di ieri mattina nel padiglione B di CarraraFiere, è dura la denuncia di Medici senza Frontiere per le condizioni estreme in cui centinaia di persone sono state costrette a prolungare la loro odissea. Una situazione che il coordinatore della nave di Medici senza Frontiere, Riccardo Gatti, aveva già segnalato alla vigilia dello sbarco Barents sulla banchina Taliercio. Netta la presa di posizione anche dall’assessore regionale Monia Monni, presente ieri in porto, che aveva definito il trattamento riservato a queste persone "una tortura, considerando il caldo e il lunghissimo viaggio verso più porti, molto distanti dall’area di recupero".
Alla fine sono sbarcati a Marina di Carrara undici migranti in più rispetto ai numeri della vigilia: 214 in totale, con le procedure di sbarco durate per sette ore fino all’una di notte. "Nonostante il team di Medici senza Frontiere avesse già condiviso i dettagli sulla vulnerabilità delle persone a bordo – spiega MdF in una nota – prima di arrivare in porto, le autorità locali non erano state informate, e la metà dei casi vulnerabili sono rimasti a bordo". Ben 73 minori sono quindi scesi a Livorno, compresi quindici giovani con meno di dieci anni, uno di appena un anno e un altro di due anni. "Tutto questo è inaccettabile – prosegue MdF – e invece di garantire un trasferimento sicuro ed efficiente, siamo stati costretti a percorrere altre sei ore di navigazione per raggiungere il porto di Livorno e completare lo sbarco, nonostante questo porto disti solo 50 minuti via terra da Marina di Carrara".
Come nei precedenti sbarchi, anche in questo quinto arrivo di una nave di soccorso erano numerosi i soggetti fragili a bordo, tra minori, donne in gravidanza, giovani con i segni di violenze fisiche e mutilazioni genitali. Condizioni estreme che hanno richiesto la massima velocità nelle procedure di supporto per la prima accoglienza, svolta come di consueto tra la banchina e il padiglione B di CarraraFiere per le fasi di identificazione e supporto sanitario. "La cosa importante – commenta la sindaca Serena Arrighi – è accogliere bene, a questo ci teniamo e anche stavolta siamo riusciti nell’intento. Sotto la guida della Prefettura abbiamo messo in piedi una struttura efficiente per gestire anche sbarchi numerosi".
La sindaca ha inoltre sottolineato, come fatto alcuni giorni fa, la necessità di effettuare una maggior rotazione dei porti per non mettere sotto pressione le realtà più piccole. "La sequenza degli arrivi è elevata – prosegue – e meno di due settimane fa avevamo accolto altri 196 migranti. Il nostro è un piccolo porto e questi arrivi richiedono un impegno pesante per tutti, ritengo sia auspicabile una maggior rotazione tra i vari scali. Questo per noi è stato il quinto sbarco da inizio anno mentre, per esempio, a La Spezia nello stesso periodo ce ne sono stati appena due. Noi continueremo a fare quello che ci sarà richiesto con umanità, professionalità e competenza".
Daniele Rosi