Negato allo Spezia un pareggio più che meritato

Un vero e proprio furto nega allo Spezia un pareggio meritatissimo contro la Lazio. A pensare male si fa peccato, specialmente a Pasqua, però il finale di partita è emblematico, con i giocatori della Lazio a buttarsi e fare pressione sull’arbitro fino ad ottenere un rigore scandaloso. La palla picchia addosso a Marchizza girato di schiena, il Var è un aggravante che inchioda l’arbitro e i suoi collaboratori, tutti meritevoli un lungo stop. Perché il non rigore di Marchizza è identico al non rigore di Acerbi in precedenza e questi due pesi e due misure sono intollerabili. Forse che la permanenza in serie A di questa squadra a bassissimo costo, con un risibile bacino di utenza e soprattutto senza uno stadio per il prossimo campionato sia considerata uno scandalo nello scandaloso calcio governato dai soliti quattro noti? Questo calcio dominato da televisioni con le loro telecronache mai imparziali, sempre a favore del politicamente più forte, bordocampiste comprese? Lo dicano, che almeno lo Spezia e La Spezia tolgono il disturbo con stile e non se ne parla più. Della partita rimane il solito grande primo tempo senza paura, che con un pizzico di buona sorte lo Spezia poteva anche chiudere in vantaggio. Peccato per la solita palla persa in modo sanguinoso (stavolta da Ricci) che costa il gol di Lazzari, perché è l’episodio che orienta la partita. Ma dopo aver sbandato, con i cambi lo Spezia era tornato a galla e aveva trovato il pareggio con il sesto assist del solito Gyasi e soprattutto la prodezza fantascientifica di Verde. La Lazio nel finale avrebbe potuto vincere solo con un regalo, così è stato. Ora testa al Crotone, avversario spacciato ma mai domo.

Mirco Giorgi