REDAZIONE GROSSETO

La scoperta del prezioso ’tesoretto’ di Castell’Azzara

Ci sono luoghi, nell’entroterra maremmano, che sono piccoli tesori, e poi ci sono i tesori nei tesori, come quello scoperto...

Ci sono luoghi, nell’entroterra maremmano, che sono piccoli tesori, e poi ci sono i tesori nei tesori, come quello scoperto nel 1954 a Castell’Azzara. È ottobre, quando alcuni operai scavano alle pendici del monte Ciabattino, vicino alla strada che va da Castell’Azzara a Selvena. Inaspettatamente dal terreno, in mezzo al pietrisco spunta un vasetto di terracotta e la sorpresa dei lavoratori è enorme. Attenti a non fare danni, non credono ai loro occhi quando dal vaso viene alla luce un tesoretto di monete d’argento. La domanda spontanea è: cosa avremmo fatto al loro posto? Siccome l’onestà è una dote ancora diffusa, gli operai consegnano tutto ai Carabinieri. Come ha scritto Angelo Biondi nel libro ’Tesori di Maremma’, si saprà che si tratta di 45 monete d’argento della Toscana e dello Stato Pontificio, comprese tra il 1500 e il 1635: 29 testoni, 13 giuli, 2 paoli e una lira. Tra le monete dello Stato Pontificio ve ne sono due del Ducato di Urbino, entrato nel 1631 a far parte dello Stato della Chiesa. Le monete toscane, dalla zecca di Firenze, si collocano tra l’epoca di Cosimo I e del Granduca Ferdinando II de’ Medici. A Firenze la Soprintendenza ricondurrà il tesoro, a Castell’Azzara resterà l’orgoglio della scoperta.

Rossano Marzocchi