FRANCO MORABITO
Sport

Toni, addio senza rimpianti: "Una bellissima avventura. Ho dato tutto per 20 anni"

Carlotta portacolori della Rari e dell’Esercito ha chiuso una carriera al top. Tanti gli allenatori importanti, ma il ruolo di Paolo Palchetti è stato decisivo.

Toni, addio senza rimpianti: "Una bellissima avventura. Ho dato tutto per 20 anni"

Toni, addio senza rimpianti: "Una bellissima avventura. Ho dato tutto per 20 anni"

Carlotta Toni ha detto stop. Dopo una carriera lunghissima, costellata di successi in Italia e all’estero, la ventinovenne nuotatrice della Rari Nantes Florentia e dell’Esercito ha deciso di tirar giù il sipario sulla sua attività agonistica. Che non è stata certo di poco conto visto che da quando ha iniziato a nuotare ad oggi ha vinto 8 titoli tricolori (più 8 argenti e 12 bronzi), 5 medaglie europee e conquistato 7 finali internazionali. La sua prima vittoria importante: il bronzo nei 200 rana ai campionati italiani 2010, quando aveva appena 15 anni; l’ultima, a marzo agli Assoluti di Riccione; il saluto, i baci e gli abbracci, invece, pochi giorni fa alla "sua" piscina Nannini di Bellariva, dove ha consumato buona parte della sua vita in corsia e che l’ha vista crescere come atleta e come donna.

Toni, come e perché ha deciso di smettere?

"È stata una decisione ponderata, nell’ultimo anno facevo sempre più fatica a recuperare e non riuscivo a rendere come avrei voluto".

Agli Assoluti di Riccione, comunque, era arrivata quinta: un risultato non da buttare.

"Sì, ma a quel punto avevo già deciso, avevo detto a mia mamma: vieni a vedermi perché sarà l’ultima".

Che cosa si prova quando si dà l’addio alle gare dopo una carriera come la sua?

"Da un lato devo ammettere che mi dispiace ma mi sento in pace con me stessa; è la legge della vita, per vent’anni ho dato tutto e questo addio lo vivo serenamente, senza alcun rimpianto. Sono pronta ad accogliere il nuovo".

Quando ha iniziato a nuotare, e perché proprio il nuoto?

"La prima volta avrò avuto sì e no quattro anni, alla Rari mi portava la mamma e giocare nell’acqua mi piaceva. A chi mi chiedeva perché, rispondevo: Perché così mi rinfresco".

Nel corso del tempo ha avuto più allenatori, che cosa ricorda di loro e che cosa le hanno lasciato?

"Il primo è stato Paolo Palchetti, mi ha seguito fino a 20 anni e poi negli ultimi della mia carriera. È come se fosse un mio secondo babbo, oltre al nuoto mi ha spinto sempre anche a studiare, ha forgiato il mio carattere aiutandomi a crescere e a prendere decisioni".

E poi?

"Sergio Pasquali, per anni vice di Castagnetti, un signore d’altri tempi. Lui mi ha insegnato a credere in me stessa. Bastava un suo sguardo a darmi autostima, forza, sicurezza. Ricordo quando nel 2016 giunsi quinta agli Europei di Londra, il solo fatto che fosse sulle gradinate in tribuna riuscì a infondermi tranquillità e fiducia".

Dal 2016 è entrata nell’Esercito, è soddisfatta di questa sua scelta?

"Sì, attualmente sono graduata e ringrazio di questa opportunità che mi è stata offerta perché mi ha permesso di continuare l’attività agonistica ad alto livello".

Dove vive ora? E la sua famiglia?

"Io a Roma, al Centro sportivo olimpico dell’Esercito, la mia famiglia a Firenze, dove ritorno sempre volentieri ogni volta che ho qualche momento libero".

Che studi ha fatto?

"Il liceo, dall’anno scorso a settembre sono entrata a frequentare i corsi di fisioterapia. In un futuro più o meno prossimo mi piacerebbe riuscire a conciliare questa professione col ruolo che rivesto nell’Esercito. Chissà, magari proprio a Firenze".

Tra i tanti ricordi sportivi, qual è quello che le sembra ancora il più bello?

"La finale agli Europei di Londra 2016 e quel quinto posto, con un tempo vicino a quello di qualifica per i Giochi olimpici di Rio. Di quella gara ricordo tutto, dall’inizio alla fine".

Lei aveva iniziato con i 200 rana, poi è passata ai 200 e 400 misti. Qual è lo stile al quale è rimasta più legata?

"Mi piacciono tutti ma quello in cui mi sono sempre sentita più forte è stata la rana; il delfino, invece, il mio punto debole".

Il suo legame con la Rari Nantes Florentia?

"È stata, e sarà sempre come casa mia. Qui sono nata, cresciuta e ho ancora ancora ricordi bellissimi. Ogni volta che torno a far visita al presidente Andrea Pieri e ai miei tanti amici sono sempre accolta con grande affetto".

Il compagno o la compagna a cui è rimasta più legata?

"Sicuramente Simona Quadarella, con lei ho realizzato i miei risultati migliori. E poi i miei ex compagni della Rari, in particolare Lorenzo Zazzeri: siamo coetanei, abbiamo iniziato insieme da piccoli, entrambi allievi di Palchetti, e mi emoziono sempre dei suoi risultati".

E il nuotatore o la nuotatrice che ha ammirato di più?

"Federica Pellegrini, l’ho vista allenare e mi sono allenata insieme a lei a Livigno. Se la chiamano la "Divina" è perché è stata veramente la più forte".

Ha detto più volte che ha sempre amato ascoltare il suono dell’acqua: è ancora così?

"Sì, perché è rilassante ed è il momento nel quale sei solo con te stesso".

Tornerà a nuotare in piscina?

"Sempre, non potrò mai farne a meno, è il luogo in cui mi sento protetta, fuori da tutto ma immersa in quello che è il mio piccolo mondo: il nuoto, la mia passione più grande".

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