La dura vita del centravanti alla ricerca di un gol decisivo. Il ruggito del Gallo. Per tornare Belotti

Il centravanti Andrea Belotti lotta per la squadra ma fatica a segnare gol, rischiando di diventare un'anomalia nel calcio. Tuttavia, la Conference League potrebbe essere l'opportunità per cambiare il suo destino.

Il ruggito del Gallo. Per tornare Belotti

Il ruggito del Gallo. Per tornare Belotti

Sostiene Italiano che lui è un tipo che "si ammazza per la squadra" e che "in campo dà tutto", aggiungendo poi una frase che vorrebbe essere un incoraggiamento ma alla fine rischia di essere una condanna: "Gli manca solo il gol". Perché un centravanti senza gol è come un Natale senza luci o un’estate senza sole: qualcosa di innaturale che non può essere accettato. E Andrea Belotti da Calcinate, 181 centimetri di potenza ingobbita, alla fine rischia di essere questo. Un numero 9 bravo a lottare per la squadra ma incapace di metterla dentro e dunque un centravanti innaturale. Questo purtroppo dicono le sue cifre in viola: 14 presenze fra campionato e coppe, un solo gol segnato (nel 5-1 casalingo col Frosinone) oltre a un assist, un palo e un rigore procurato contro la Lazio e una sponda di testa per il gol di Mandragora alla Roma. Troppo poco.

Ora: le punte che non fanno gol si dividono in due categorie: quelle che non l’hanno mai fatto e quelle che hanno smesso di farlo. Lui appartiene a quest’ultima variabile. Perché in passato di gol il Gallo ne ha fatti eccome. Per dire: a Torino in 251 presenze ne ha fatti 113, arrivando nel 2017 a 26 centri in una sola stagione. Sembrava un ciclone, Belotti. Quando la palla spioveva in area lui si arrampicava in cielo per colpirla in ogni modo possibile, di testa, in rovesciata, di ginocchio. Era il re del gol in stabilità precaria, il Gallo, e pochi centravanti incarnavano come lui quell’idea antica del fromboliere che carica a testa bassa la difesa travolgendola con il suo impeto e la sua forza naturale.

Da allora, sembra passata un’era geologica. Oggi di quel centravanti turbina sono rimaste sole le tracce fossili e le partite del Gallo sono diventate altro. Di lui si raccontano le scivolate, i contrasti roventi in ogni zona del campo e i tiri svirgolati alla "campanile sera" in una dimensione da mediano dell’area di rigore, ma i gol sono diventati rari come quadrifogli. Qualcuno dice che ciò sia colpa del calcio di Italiano, che mal si addice ai centravanti, ma in realtà il Gallo di fare gol a raffica aveva smesso da tempo. Già nel suo ultimo anno al Toro ne aveva segnati solo 8 in 22 gare e a Roma è andata anche peggio: solo 3 centri in 43 partite di A. Belotti, il centravanti che ha smarrito la via del gol come si smarriscono le chiavi di casa o gli ombrelli nel tempo dello spiovere.

Però... Però dicono che il senso della rete sia una dote naturale, e dunque così come la si perde in un attimo, in un attimo la si può ritrovare. E dopodomani a Firenze si apre una porta enorme per entrare nella sala oggetti smarriti dello sport. Si chiama Conference League e sembra fatta apposta per correggere il destino del Gallo, il centravanti che ha tutto per far innamorare ma al quale "manca solo il gol". E nel calcio spesso basta pochissimo per deviare la fortuna e far dimenticare il passato anche recente. Dimenticare meriti e demeriti, torti e ragioni, vittorie e sconfitte. In molti casi è una condanna, per il Gallo Belotti sembra solo un’opportunità.

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