Moby Prince, via libera alla commissione parlamentare d'inchiesta / VIDEO

Romano (Pd): "Adesso potremo fare completa luce sul disastro". Berti (M5S): "Indagare fino in fondo senza piegarsi a verità di comodo". Mugnai (FI): "Una tragedia che merita di essere spiegata"

Moby Prince

Moby Prince

Livorno, 12 maggio 2021 - "La verità non scade", ha detto l'onorevole Stefano Jugnai (Forza Italia) nel suo intervento in aula. Ebbene, iI Parlamento tornerà a indagare sulla sciagura della Moby Prince. La Camera dei deputati ha infatti approvato con voto unanime (389 sì, un solo contrario e un'astensione) il testo unificato per l'istituzione di una commissione di inchiesta, quindi con gli stessi poteri di indagine e di esame della magistratura, che dovrà tentare di chiarire i punti oscuri che permangono sulla tragica collisione fra la petroliera Agip Abruzzo e il traghetto Moby Prince nella rada del porto di Livorno la notte del 10 aprile 1991, in cui morirono 140 persone.

Già nella passata legislatura al Senato venne istituita un'analoga commissione, che mise in luce le carenze e le lacune delle inchieste della magistratura, gli aspetti da chiarire per giungere a una ricostruzione dei fatti e a chiarire la verità, sollecitata da 30 anni dal Comitato dei parenti delle vittime che non hanno mai creduto alla tragica fatalità della collisione.

Questa Commissione sarà composta da venti deputati, in proporzione alla consistenza numerica dei gruppi parlamentari, assicurando comunque la presenza di un rappresentante per ciascun gruppo. Una volta insediata, la commissione eleggerà un presidente e due vicepresidenti e avrà la facoltà di acquisire copie di atti e documenti su procedimenti e inchieste in corso presso l'autorità giudiziaria o altri organismi inquirenti, anche se coperti da segreto. Le spese per il funzionamento della Commissione sono stabilite nel limite massimo di 50.000 euro a carico del bilancio della Camera. La commissione dovrà terminare i propri lavori entro la fine di questa legislatura.

Andrea Romano (Pd), primo firmatario del provvedimento che ha portato all'istituzione della Commissione d'inchiesta, ha così detto nella sua dichiarazione che ha preceduto il voto: "Quello della Moby Prince è stato il disastro più grave nella storia della nostra navigazione civile. Sulle responsabilità dell'incidente e sulle circostanze che l'hanno determinato è inderogabile ogni impegno diretto a far intera luce. Ma quella luce, fin qui, è stata solo parziale. È stata una luce parziale anche se su quel disastro vi sono state sentenze passate in giudicato. Quelle sentenze rappresentano una verità giudiziaria che oggi noi sappiamo essere lontana dalla verità vera su quei fatti. E questo lo diciamo con il più totale rispetto verso il lavoro svolto dalla magistratura. Quella verità giudiziaria poggiava su basi che oggi, in larga parte, sappiamo essere infondate. Il ribaltamento di quelle basi è avvenuto essenzialmente grazie al lavoro del nostro Parlamento. Ed è per questo che è urgente e necessario approvare questo provvedimento, che prevede l'istituzione di una seconda Commissione d'inchiesta che faccia una luce intera, definitiva sulla strage della Moby Prince. Una nuova Commissione d'inchiesta che non riparta da zero, ma che muova dagli straordinari risultati già raggiunti dalla Prima Commissione d'Inchiesta promossa dal Senato nella scorsa legislatura. Se lo faremo - e sono convinto che lo faremo tutti insieme - avremo dato anche un messaggio di grande importanza all'Italia".

Francesco Berti (M5S): “Per quasi 30 anni sulle cause e le responsabilità che hanno portato alla strage della Moby Prince si sono raccontate un’infinità di bugie. Ricostruzioni fantasiose, inversione nei rapporti di causa ed effetto, opacità a tutti i livelli. Oggi abbiamo la possibilità di fare chiarezza, partendo dal lavoro di chi si è incaricato in questi anni di smentire una dopo l’altra quelle bugie: la Commissione di inchiesta del Senato, ovviamente, ma anche un pugno di giornalisti coraggiosi e determinati e soprattutto i familiari delle 140 vittime della strage. Loro non si sono mai piegati a una verità di comodo e noi faremo altrettanto, ricercando le cause e i responsabili sia del disastro, che del suo insabbiamento”. 

“La Commissione d’inchiesta che nasce oggi – aggiunge Berti -, avrà anche il compito di riabilitare uno Stato che non ha saputo indagare a fondo la verità di quanto accaduto nelle acque al largo di Livorno, ma che non ha nemmeno adeguatamente omaggiato le vittime di quella strage. Basti pensare che in 30 anni, prima che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella prendesse la parola in occasione dell’ultimo anniversario per chiedere giustizia per le persone morte sul Moby, solamente un ministro della Repubblica, l’allora Guardasigilli Bonafede, aveva partecipato alle commemorazioni di Livorno. Una ferita aperta, che ora possiamo contribuire a rimarginare con questa commissione, indagando senza paura, anche nelle direzioni tutt’ora non adeguatamente esplorate”. 

Stefano Mugnai (Forza Italia): “Che senso ha riproporre una Commissione d'inchiesta a distanza di trent'anni? Il senso sta nelle 140 famiglie che hanno perso i loro cari in una tragedia che merita finalmente di essere spiegata. È ora fondamentale che si inizi a lavorare sin da subito, perché due anni non sono moltissimi per poter ripercorrere tutte le lacune delle indagini che sono state fatte sulla tragedia del Moby Prince”. “C'era la nebbia quella maledetta notte, ma in una notte, per quanto nebbiosa, è difficile che non si riesca a vedere un traghetto che sta andando a fuoco, a distanza di pochi metri da una petroliera sulla quale i soccorsi sono arrivati e intervenuti tempestivamente. Si è detto che magari vi era stata una distrazione da parte dell'equipaggio, forse a causa della concomitante trasmissione, sulle televisioni nazionali, di un'importante partita di calcio. C'è tutta una serie di ‘se’, di ‘ma’, di domande alle quali non è stata data risposta. Ecco la Commissione d'inchiesta parlamentare ha in sé la possibilità, la capacità di fare luce sugli eventi”. “Il fatto che questa proposta sia arrivata con un consenso pressoché unanime – ha aggiunto ancora - significa che c'è anche la volontà politica di poter finalmente avere tutte le condizioni per iniziare a dare delle risposte. Perché la verità non scade e dire la verità, anche a distanza di trent'anni è qualcosa di importante”. “Per tutte queste ragioni – ha concluso Mugnai - Forza Italia vota convintamente a favore dell'istituzione della Commissione d'inchiesta”.