Malotti: "Il mio Montevarchi ha tenuto testa alla big Pescara"

L’allenatore: "Non meritavamo di perdere ma contro queste squadre non puoi sbagliare niente"

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di Giustino Bonci

Battuto ma non certo ridimensionato, nel gioco e nel coraggio. Il Montevarchi si lecca le ferite all’indomani dell’ingeneroso k.o. patito con il Pescara proprio in vista del triplice fischio finale e, tuttavia, non si piange addosso. D’altronde, accampare alibi o lamentarsi non fa parte del vissuto di Roberto Malotti, il tecnico di un’Aquila che, soprattutto nel primo tempo, ha messo alla frusta una squadra costruita per la B, attrezzata come poche nei titolari e nella panchina, nonché dotata del cinismo indispensabile per vincere i campionati. Al rammarico inevitabile per un pari sfumato a due minuti dal novantesimo, insomma, i rossoblù devono, di contro, associare una serie indubbia di note liete. La principale è stata messa in evidenza dallo stesso allenatore nel dopogara: "Nella frazione iniziale – ha rivendicato – il divario nei valori tecnici è stato azzerato dalla prestazione dei miei giocatori e, senza peccare di partigianeria, va detto che all’intervallo eravamo noi a recriminare perché meritavamo davvero di più del pareggio. Al contrario siamo andati al riposo in svantaggio per la punizione di Memushaj che ci ha un po’ destabilizzato. La ripresa ha mostrato un andamento diverso con la capolista che ha fatto leva sulla qualità non comune dei suoi interpreti per bloccare le nostre iniziative.

Eppure - continua il nocchiero aquilotto – siamo stati bravi a non mollare e a riportare la sfida in equilibrio". A quale "difetto" si può imputare allora la sconfitta? Malotti, nella sua analisi serena ed equilibrata, ritiene che il Montevarchi "abbia smesso di pressare alto, sui portatori di palla avversari" e "si sia abbassato troppo, anche per inesperienza, finendo per incassare la rete "balorda" del definitivo sorpasso. Occorreva gestire meglio l’1-1, a detta del tecnico, continuando ad attaccare, tenuto conto, oltretutto, che i valdarnesi non possono limitarsi a difendere né devono ridurre l’intensità della manovra assumendo un atteggiamento attendista o speculativo. Non è un caso che la splendida azione finalizzata dall’incornata vincente di Lischi e ispirata dal traversone perfetto di Intinacelli sia maturata dopo i tre cambi operati dal nocchiero fiorentino con l’obiettivo di rialzare il baricentro.

Mossa efficace, anche perché nel momento forse più delicato per Amatucci e soci con i pescaresi che parevano controllare senza troppi rischi il confronto, è arrivato il sigillo di un altro atleta al primo centro tra i professionisti. Lischi, peraltro, ha dedicato subito il gol a Biagi, sollevando la maglia del centrocampista operato la settimana scorsa al ginocchio sinistro. A conti fatti, quindi, e considerata la bontà della prestazione nell’arco del match, aldilà della disattenzione finale e della forza del Pescara che ha già preso il largo in classifica, l’Aquila non ha fatto un passo indietro e può confidare di riprendere la marcia fin dal prossimo impegno. Che sarà di nuovo al "Mannucci", non per una gara in teoria casalinga bensì per il duello di campanile con i granata del Pontedera. Si giocherà sabato prossimo con fischio d’inizio alle 17.30 come per tutti gli altri incontri della quinta di andata. L’anticipo prefestivo è motivato dal primo turno infrasettimanale che si disputerà martedì 28 settembre, con il Montevarchi che ospiterà il Siena alle 17,30.