Robur Siena-Rimini: 2-0. Un sorriso bianconero

Tempesta perfetta: romagnoli travolti. Uno-due in mezz’ora e partita in ghiaccio

Emiliano Bonazzoli esulta insieme ai compagni dopo il gol del vantaggio (Di Pietro)

Emiliano Bonazzoli esulta insieme ai compagni dopo il gol del vantaggio (Di Pietro)

Siena, 5 ottobre 2015 - LA TEMPESTA perfetta. Dopo gli stenti, le critiche e i dubbi la Robur si risveglia in un’umida domenica di inizio ottobre e torna a fare la Robur. O almeno quello che ci si attende da una squadra che ha promesso a inizio stagione di consolidarsi nella terza categoria nazionale sognando un futuro nemmeno troppo lontano qualche significativo passettino in avanti.

All’insolita ora della merenda in un Franchi apparecchiato a festa si presenta lo spauracchio Rimini, formazione lanciata e dalla vittoria facile che forse scende in campo con quella strana leggerezza dell’essere dall’effetto fatale. Perché davanti c’è una Robur libera nella testa e nelle gambe che mister Gianluca Atzori ha preparato nei dettagli in settimana.

E’ camaleontico il Siena, che si piazza a quattro dietro, per poi passare a tre con ammirevole disinvoltura spingendo sulle fasce con le volate di Masullo e Opiela da una parte, Celiento e Avogadri dall’altra, mentre in mezzo Burrai e Sacilotto dominano e là davanti Libertazzi e Bonazzoli mettono subito a ferro e fuoco la retroguardia romagnola.

Il barbuto centrocampista numero quattro ha piede caldissimo e al 6’ scodella il classico pallone con scritto ‘spingi’ sulla testa del gigante ex Brescia per l’1-0. La cosa di ripete alla mezz’ora, altra punizione e altra ‘testata’ stavolta di Celiento per il 2-0. Prima, dopo e durante altre occasioni bianconere, tanto pressing feroce e il Rimini a recitare il ruolo della bella addormentata del bosco.

Non sappiamo se nello spogliatoio romagnolo c’è il principe azzurro a baciare uno ad uno i ragazzi di Pane, ma dopo il tè l’ospite a lungo maltrattato almeno ci prova, con un paio di sostituzioni e tanta volontà. Lo sbilanciamento significa prestare il fianco quando la Robur ha la possibilità di riversarsi, specialmente con Libertazzi, in quelle praterie lasciate libere dalla voglia riminese di rientrare in partita magari dalla porta di servizio, ma comunque rientrare. Ma se il Siena nelle prime quattro giornate di sterilità aveva dimostrato un’invidiabile tenuta difensiva la conferma arriva puntuale in un secondo tempo dove i rischi sono praticamente zero alla pari delle sortite in avanti. O meglio. La Robur manca sempre l’ultima giocata, quella che permetterebbe di mettere l’uomo solo davanti ad Anacoura. Il monumentale Bonazzoli, prima di gettare la spugna davanti ai crampi, ci prova anche da centrocampo sfiorando la rete da leccarsi i baffi. La tempesta perfetta resta quella del primo tempo, l’uno-due che fa piangere il morbido Rimini e godere la Siena bianconera per la prima volta dal ritorno in serie C.