Resurrezione di Piero, parte ll restauro: 18 mesi di lavoro visibili a tutti, ai costi ci pensa un Mecenate

L'intervento sul capolavoro presentato a Sansepolcro, spese di 140 mila euro, coperti in gran parte da Aldo Osti, milanese, ex dirigente Buitoni

Il sottosegretario Ilaria Borletti Buitoni sotto il capolavoro, a fianco sindaco e Aldo Osti

Il sottosegretario Ilaria Borletti Buitoni sotto il capolavoro, a fianco sindaco e Aldo Osti

Sansepolcro, 21 novembre 2014 - Durerà 18 mesi, sarà visibile a tutti grazie a un ponteggio speciale e sarà realizzato dall'Opificio delle Pietre Dure di Firenze in collaborazione con la Soprintendenza di Arezzo: così il restauro della 'Resurrezionè di Piero della Francesca presentato questa mattina al Museo Civico di Sansepolcro. L'opera già da tempo era sottoposta ad analisi che avevano evidenziato la necessità di un intervento. Così il Comune di Sansepolcro (Arezzo) ha stanziato 40 mila euro e altri 100 mila saranno messi a disposizione dal mecenate milanese Aldo Osti. Gli interventi, hanno spiegato gli esperti dell'Opificio delle Pietre Dure, sono urgenti a causa di fenomeni di degrado come solfatazione e de-coesione della pellicola pittorica e degli intonaci. Fenomeni documentati con indagini scientifiche 'non invasivè svolte dall'Opificio delle Pietre Dure oltre che dall'esame della superficie. L'intervento si presenta delicato: «La pittura risulta dipinta con tecniche miste, in parte ad affresco, a tempera a secco e con l'uso di diversi metodi di disegno - spiega Cecilia Frosinini dell'Opificio fiorentino - Nella tavolozza di Piero ci sono pigmenti caratteristici della pittura a tempera come cinabro, lacca rossa, malachite e biacca». «Inoltre il restauro - ha aggiunto Frosinini - ci permetterà forse di risolvere anche il mistero legato al luogo originario della 'Resurrezionè. Esistono infatti dubbi mai sciolti se si sia trovata sempre in questo palazzo». Il mecenate Aldo Osti a Sansepolcro ha lavorato come dirigente della Buitoni: «È un'opera simbolica, rappresenta il nostro paese con le guardie che dormono e con Gesù Cristo che risorge ormai nell'indifferenza e ci guarda esortandoci a fare meglio», ha commentato spiegando il suo gesto filantropico e dicendosi felice di legare il suo nome a quello di Piero e Sansepolcro. Per il soprintendente di Arezzo, Agostino Bureca, è necessario rendere il contesto sicuro, considerato che dal 1300 ad oggi la struttura ha subito danni per i terremoti. «È importante conservare i capolavori ma anche il contesto - ha detto Bureca - Non vogliamo essere uffici del si e del no ma operare. Per questo motivo abbiamo sottoscritto un accordo con la facoltà di ingegneria dell'università di Perugia per un ulteriore sopralluogo e studio sulla stabilità». Il sindaco di Sansepolcro Daniela Frullani ha affermato che «Piero ha già salvato Sansepolcro da un bombardamento nella seconda guerra mondiale quando il capitano inglese Anthony Clarcke si rifiutò di distruggerla perché ammaliato da Piero della Francesca. Ora c'è bisogno di restituire bellezza a un'opera che di per se è bellezza». Il sottosegretario ai Beni Culturali Ilaria Borletti Buitoni, chiudendo gli interventi, ha detto che «oggi celebriamo un'altra Italia e si celebra un Comune che ha investito in cultura. Un segnale forte. Il Ministero che rappresento è al servizio dei cittadini e non può essere penalizzato con risorse che sono tra le più basse d'Italia. Che la resurrezione sia da qui».(