FABIO BERNARDINI
Sport

Lo Spezia e Italiano, c’eravamo tanto amati

Dopo la turbolenta estate, le strade tornano ad incrociarsi domenica al ’Franchi’. E da parte dei tifosi aquilotti non saranno baci e abbracci

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di Fabio Bernardini

Spezia e Italiano: c’eravamo tanto amati. Domenica prossima, a quattro mesi di distanza, lo Spezia, gli spezzini e Vincenzo Italiano torneranno ad incrociarsi allo stadio ‘Franchi’ di Firenze. E non saranno baci e abbracci, almeno da sponda sprugolina. Il clamoroso divorzio sancito dal tecnico con il sodalizio di via Melara poco dopo il rinnovo del contratto, cui fece seguito il suo arruolamento alla guida della Fiorentina lo scorso 30 giugno, fu un colpo durissimo per l’intero popolo spezzino. Uno strappo, quello sancito da Italiano con il club bianco, dolorosissimo per i tifosi aquilotti (ma anche per lo stesso presidente Philip Platek, che non fu tenero nel commentarlo), tutt’ora mal digerito e giustificato.

L’uomo dei miracoli, colui che riuscì a riportare lo Spezia nella massima serie dopo 95 anni di assenza e, addirittura, a salvarlo, era entrato nell’anima di tutti. Sia ben chiaro che per gli spezzini aprire il cuore non è esercizio scontato e non sempre, nell’ultracentenaria storia aquilotta, la conquista di vittorie è coincisa con l’automatica empatia nei riguardi dei protagonisti: emblematica la squadra del triplete che non ha mai attecchito più di tanto nei sentimenti della gente. Da queste parti le affinità elettive non si limitano ai soli risultati sul campo, ma anche agli atteggiamenti e alle parole di chi li produce. In tal senso, dopo un’iniziale freddura, Italiano e gli spezzini cominciarono a conoscersi, a capirsi, ad amarsi.

I risultati contribuirono in modo importante a costruire il rapporto empatico tra le parti, ma altrettanto determinanti per far scoccare la scintilla dell’amore furono i comportamenti di Italiano: veraci, sanguigni, all’insegna di quella semplicità popolare che è tipica degli spezzini. Il ‘Vincenzino uno di noi’, quello che si arrampicò sull’inferriata dopo Spezia-Chievo per abbracciarsi con i supporter, colui che a La Nazione non risparmiò le parole al miele per la città e la sua gente ("Mi è entrato nel cuore tutto ciò che è Spezia, sia in ambito calcistico che fuori"), l’uomo che dopo il rinnovo del contratto, lo scorso 2 giugno, esternò in toto il suo amore ("La Spezia è la mia seconda casa, il ‘Picco’ il suo tempio con la sua passione, non vedo l’ora di tornarci. Sono affezionato a questa città, al suo popolo, alla maglia bianca"), divenne incredibilmente il "Vincenzo spezzino". Uno dei pochi eletti nel cuore del popolo spezzino.

La chiamata della Fiorentina, la decisione di lasciare lo Spezia per accasarsi al club viola facendo valere la clausola rescissoria di un milione di euro, ebbe effetti devastanti per gli spezzini che si sentirono traditi dal loro amatissimo beniamino. Il sedici luglio scorso, all’atto della sua presentazione alla Fiorentina, Italiano tornò sull’argomento con parole eloquenti: "L’affetto e l’amore per Spezia e per quei colori resterà per sempre, mi dispiace per la reazione di tante persone". Lasciandosi andare a una dichiarazione sibillina su "scelte di cui non si può parlare", che sollevò dubbi nei tifosi.