Coordinamento e Atf "Cara politica, svegliati"

Questione stadio, lettera dei tifosi viola al presidente Conte, ai ministri Franceschini e Spadafora: "Gli impianti di proprietà? Un problema nazionale"

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Sempre più uniti, sempre più determinati. I tifosi della Fiorentina, rappresentati nel Centro di Coordinamento Viola Club e nell’Associazione Tifosi Fiorentini a cui aderisce anche la Curva Fiesole, adesso mettono la politica (nazionale e locale) di fronte alle proprie responsabilità. Dopo aver visto gli angoli strategici della città – dell’Europa e del mondo – riempirsi di striscioni al suono dell’hashtag #NoiStiamoConRocco, dopo aver colorato le arterie della viabilità locale di viola con la manifestazione itinerante arrivata fino al Franchi, dove sostavano ruspe e gru per simboleggiare metaforicamente la necessità di spingersi fino alla fase operativa per la realizzazione dello stadio, adesso hanno preso carta e penna. In questo momento, dicono, servono le risposte. Firenze vuole uno stadio all’altezza della città, delle aspettative della proprietà e non si può più aspettare. Che si tratti della novità, realizzata a Campi Bisenzio dove Commisso ha opzionato oltre 36 ettari di terreno, o che si tratti del Franchi, che dovrebbe però essere pesantemente ristrutturato. Non conta dove, bisogna però passare, dopo anni di parole, finalmente ai fatti. Ed è così che questa mattina partiranno cinque raccomandate elettroniche. Si coinvolgerà il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, il Ministro per i beni e le attività culturali Dario Franceschini, quello per le politiche giovanili e lo sport, Vincenzo Spadafora, senza trascurare il Sovrintendente alle Belle arti per la città metropolitana di Firenze Andrea Pessina e il sindaco della città Dario Nardella.

"La questione degli stadio di proprietà – si legge nella lettera aperta che sarà trasmessa – non è solo un problema fiorentino, bensì italiano. Riunitevi, parlatevi, chiaritevi se necessario e trovate una soluzione. Se non fosse così, non ci resterà che aspettare un altro fatto come accaduto a Genova quasi due anni fa dove è stata necessaria una tragedia per rendere politicamente significativa la scarsa manutenzione del ponte Morandi, di cui tutti erano a conoscenza. Sappiamo benissimo in quali condizioni versa il “bene culturale vincolato” (il Franchi, ndr). Tutti abbiamo visto i ferri del cemento armano, le crepe, le infiltrazioni d’acqua". Possibile che queste parole possano cadere nel vuoto? Il rischio c’è, è evidente, ma anche la considerazione che ne verrebbe inevitabilmente tratta. "Quando sarete voi a chiederci prima o poi un supporto per le vostre priorità, statene certe che ci ricorderemo di quello che avrete fatto per noi cittadini". E la memoria di chi è ferito è sempre più lunga.

Francesca Bandinelli

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