Mostro di Firenze, i familiari delle vittime: "Indaghi la Procura generale"

Depositate due richieste di avocazione. L'avvocato Biscotti: "Nel processo Pacciani la chiave per la soluzione del caso"

Polizia alla ricerca della calibro 22 nella piazzola degli Scopeti

Polizia alla ricerca della calibro 22 nella piazzola degli Scopeti

Firenze, 29 giugno 2022 - "Alla luce di quanto accaduto a seguito di alcune decisioni della procura di Firenze che di fatto impedisce ai difensori delle persone offese di svolgere indagini difensive relative agli otto duplici omicidi siamo costretti ad agire di conseguenza". Con queste parole l'avvocato Valter Biscotti che rappresenta alcuni familiari delle vittime del mostro di Firenze ha fatto richiesta di avocazione da parte della procura generale di Firenze. Il legale del foro di Perugia, in sostanza, ha chiesto che venga tolta alla procura di Firenze l'indagine e che quest'ultima passi invece nelle mani della Procura generale. La richiesta di avocazione è stata presentata dall'avvocato nella mattina di mercoledì 29 giugno. 

Secondo l'avvocato Biscotti "sussistono tutti i requisiti di legge per potersi chiedere l'avocazione prevista dall'articolo 412 del codice di procedura penale per la fuga di notizie sulle relazioni Minervini, le mancate risposte alle legittime istanze dei difensori, di accesso agli atti di processi definiti con sentenze dibattimentali da più di venti anni, la violazione dei termini di durata previsti dall'art. 407, la violazione degli adempimenti imposti dall'art. 407 comma 3 bis del codice, la mancata messa a disposizione della Corte di assise degli atti del fascicolo per il dibattimento del processo Pacciani nella loro integrità e completezza". 

"Processo Pacciani è la chiave per risolvere il caso"

"Negli atti del processo Pacciani e in quello sui compagni di merende - motiva la richiesta di avocazione l'avvocato Biscotti - c'è la chiave per la soluzione del caso. Poiché ritengo discutibilissimi - prosegue il legale - gli esiti di quei processi, ho la sensazione che ci vogliono impedire di accedere a quegli atti. Si pensi solo alla storia del proiettile trovato nel giardino di Pacciani. Una perizia (Minervini) mette in forte discussione 'il ritrovamento'. Noi vogliamo vedere tutti gli atti perché lì c'è la verità degli otto duplici omidici, verità a mio giudizio che non ha nulla a che vedere con istruttorie e sentenze fino ad ora conosciute". 

Altra richiesta di avocazione

Sono due le richieste di avocazione delle indagini sul Mostro di Firenze presentate alla procura generale presso la corte d'appello del capoluogo toscano da parte di alcuni legali di familiari delle vittime. Dopo l'avvocato perugino Valter Biscotti, si fa avanti anche l'avvocato Vieri Adriani, legale di una delle figlie di Nadine Mauriot, uccisa insieme al compagno Michel Kraveichvili nel 1985 a Scopeti di San Casciano (Firenze), vittime dell'ultimo degli otto omicidi attribuiti al maniaco di Firenze.

"La durata delle indagini per omicidio non può eccedere i due anni - scrive Adriani nella richiesta -. La procura fiorentina ha illegittimamente oltrepassato ogni limite temporale ammesso per concludere" ogni accertamento scaturito dall'ultima indagine, ormai archiviata nel 2020, che ha coinvolto l'ex legionario Giampiero Vigilanti, 89 anni, e il medico Francesco Caccamo, 88 anni. Il procedimento ha originato numerosi stralci, "operati - spiega il legale - quanto meno a fare data da epoca anteriore al 10 luglio 2019, data in cui il pubblico ministero Luca Turco notificò la propria richiesta di archiviazione".

Poi - si legge sempre nella richiesta, di otto pagine - ad indagini in corso sempre il pm nell'udienza di opposizione, disse che l'obiettivo era di fare luce su queste tristi vicende, rimaste insolute, la cui soluzione dipendeva dagli esiti degli accertamenti balistici. "Ma il termine è abbondantemente scaduto", scrive l'avvocato Adriani. A suo tempo il legale aveva anche chiesto la riapertura delle indagini indicando "nuovi profili da approfondire: documentali, testimoniali, genetici, balistici". "Nessuna risposta - afferma il legale - è sinora pervenuta dal pm Luca Turco, tanto meno un rifiuto motivato".