Mostro di Firenze, una Beretta "fantasma" dal 1975

La calibro 22 ritrovata in un casale in Maremma non era stata registrata dal suo proprietario. Il giallo della canna lunga tenuta a Firenze

La piazzola degli Scopeti dove il mostro uccise due ragazzi francesi nel 1985

La piazzola degli Scopeti dove il mostro uccise due ragazzi francesi nel 1985

Firenze, 14 giugno 2022 - La Beretta modello 48, numero di matricola 001101N, appartenuta a un capitano medico dell’esercito, è attualmente in custodia presso i carabinieri di Manciano. Ed è qui che la polizia andrà a ritirarla per poi consegnarla alla scientifica: saranno gli esperti a compiere gli accertamenti necessari a stabilire se l’arma è quella, mai ritrovata, del mostro di Firenze.

Secondo la consulenza firmata dal perito Paride Minervini, che ha esaminato tutti i bossoli e relativi proiettili recuperati sulle scene degli otto duplici omicidi del serial killer, il “48“ è, al pari della “serie 70“, uno dei modelli compatibili con i segni dei reperti da lui studiati al microscopio. La produzione della Beretta rinvenuta in un casale della Maremma, è antecedente all’inizio degli omicidi: la calibro 22 del mostro, inizia a sparare nell’agosto del 1968, e proseguirà fino al 1985. Forse la misteriosa pistola è passata di mano, forse no: l’unica certezza, in un’inchiesta dove le certezze sono poche, è che l’arma usata è stata sempre la stessa. La Beretta si trovava da qualche mese in deposito presso la caserma dei carabinieri di Manciano: il suo ritrovamento, assieme ad altri armi, è infatti avvenuto tempo addietro, prima che spuntasse fuori, in un appartamento di Firenze dove ha vissuto il capitano medico dell’esercito, la “sua“ canna lunga e venisse fatto il collegamento. E senza l’intuizione di un investigatore che ha a lungo indagato sui delitti, il commissario Giannini, la pistola sarebbe stata presto consegnata alla direzione d’artiglieria per la demolizione.

La calibro 22 di Manciano non risulta mai essere stata messa in comparazione con i delitti. Perché non risultava neanche la sua detenzione presso il casale. Le sue ultime tracce ’’ufficiali’’ risalgono al 3 gennaio del 1975: nei registri, vi è traccia del trasferimento dalla questura di Siena (competente su Manciano) a quella di Macerata. Uno spostamento che potrebbe aver coinciso con un trasloco del suo proprietario. Ma resta il dubbio sul perché la canna sia stata custodita lontano dalla pistola e perché i successivi movimenti non siano più stati comunicati.

ste.bro.