di Alessandro Pistolesi "Come nelle favole". Così recita il post che l’Empoli ha pubblicato sui social per celebrare l’ennesimo capolavoro chiamato salvezza. Le favole però hanno un inizio e una fine ben precisa, l’Empoli invece va ben oltre: ha sì il retaggio della cenerentola di provincia ma è ormai una realtà consolidata e matura del calcio italiano che guarda al futuro senza voli pindarici né ansie da prestazione. E così, oltre ai bilanci per il traguardo appena raggiunto, il presidente Fabrizio Corsi inquadra il futuro con equilibrio analitico e ambizione ponderata. Anche davanti a due temi caldi che potrebbero diventare spinosi: il futuro del d.s. Pietro Accardi e l’acquisto dello stadio Castellani. Presidente Corsi, che dire di questa salvezza? "Un risultato straordinario. Era impensabile a inizio stagione, partiamo sempre con l’idea di salvarci all’ultimo minuto dell’ultima giornata. E invece stavolta l’abbiamo fatto con tre giornate d’anticipo". Che voto dà a questa stagione? "Un nove e mezzo. Manca mezzo punto perché dopo la gara con la Samp la nostra convinzione si è un po’ affievolita, per poi riesplodere contro il Napoli". Cosa ha fatto la differenza? "Certe imprese come la vittoria contro la Juve o il doppio successo con il Napoli. È stata una stagione un po’ strana per certi versi, i risultati del ritorno sono stati inferiori rispetto all’andata, è subentrata un po’ di apprensione ma l’abbiamo gestita bene, il nostro ambiente aiuta nelle situazioni difficili". Rimpianti o recriminazioni? "Nel girone di ritorno abbiamo sbagliato solo due partite, le prestazioni sono sempre state all’altezza. Evito di commentare le gare contro Fiorentina e Torino, magari lo farò quando saremo tutti sotto l’ombrellone...". Come mai non adesso? "Beh, ci hanno lasciato molta amarezza e posto degli interrogativi. Siamo una piccola realtà di 45mila abitanti, i nostri sportivi ne sono consapevoli, qualcuno però a volte si dimentica che siamo lì a combattere ...
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