Terni, torna il festival della creazione contemporanea con un occhio alla politica e uno alla rivoluzione

Dal 19 settembre al Centro Arti Opificio Siri

Terni Festival 2014 , conferenza stampa

Terni Festival 2014 , conferenza stampa

Terni, 12 settembre 2014 - Dal 19 al 28 settembre 2014 torna, per il nono anno consecutivo, il Terni Festival Internazionale della Creazione Contemporanea che si impone sempre più come piattaforma, spazio di scambio e incontro, centro nevralgico capace di offrire visibilità ad artisti italiani e internazionali, rivelando il suo ruolo di attivatore dove arte, azioni, dibattiti e laboratori trovano uno spazio di sperimentazione più che un luogo di fruizione. Il claim della nona edizione del Terni Festival cita il progetto dell’artista bulgaro Mladen Alexiev che verrà presentato e sviluppato nel corso del festival. 

Come cita l’editoriale del festival, il verso The rain will not erase it è in sé fortemente allusivo e racchiude una gamma di letture possibili: un primo livello, più generale, intende sottolineare come la pioggia di informazioni, quell’overload di dati e di prodotti creativi con cui ci relazioniamo ogni giorno, non cancellerà il valore dell’arte e della cultura intesa come indagine, quesito e provocazione. Un secondo livello, più politico, parla di elementi esterni, di agenti diversi ricordando come la presenza della diversità, dello straniero, del migrante, in una comunità non si cancella con la pioggia, ma lascia un segno, che va leto, integrato e capito. Il cartello stesso su cui è impressa la frase The rain will not erase it, immagine guida di questa edizione, è una citazione iconica del tipico cartello di protesta. La dimensione politica è inevitabilmente una delle anime del festival, per una visione dell’arte come cultura che incide sul cambiamento e non semplice diversivo: la linea politica e il compito sociale implicito dell’arte sono emblematicamente narrati dal progetto Hate radio dell’International Institute Of Political Murder per la regia di Milo RauIl progetto riporta in vita le frequenze di Rtlm la Radio Ruandese che incitava il genocidio in un contesto di grande fedeltà all’originale – mettendo in scena anche i sopravvissuti al genocidio. Al centro del progetto è il reenactment di una puntata del programma Rtlm, gestito dai suoi ospiti - tre estremisti hutu e il bianco italiano-belga Georges RuggiuCome funziona il razzismo, come gli esseri umani sono privati dell’umanità?

L’installazione ricostruita dall’autore e regista Milo Rau a partire da testimoni, dichiarazioni e documenti, fornisce le risposte a queste domande in modo che le persone possono sentire e vivere questi avvenimenti sulla loro pelle. Il cartello che recita "The rain will not erase it", sarà al centro di un progetto fotografico, realizzato in collaborazione con lo sguardo creativo di Eleonora Anzini, incluso nel catalogo dell’edizione 2014. Nel progetto, 10 persone fanno sentire la propria voce contro l’eccessivo materialismo che governa il nostro mondo semplicemente mettendoci la faccia e posando: dopo aver risposto a semplici domande su i valori che danno senso alle loro esistenze, ideali assoluti o sentimenti profondi, hanno selezionato alcuni versi di un poema appositamente scritto che riportano nei propri cartelli, messaggeri e dimostranti che vanno oltre la dimensione politica. Come una sorta di poema urbano, condiviso e recitato coralmente da una comunità di resistenti che oppongono bellezza al consumo e allo spreco. Il festival inizia con il cartello a terra su un prato, muovendosi a sua volta in bilico tra possibili letture: si trova a terra perché è stato abbandonato in segno di resa a seguito di una marcia di protesta o si trova a terra perché deve essere ancora imbracciato da chi sta preparando la rivoluzione?