FEDERICO BERTI
Cronaca

Buon compleanno Stefania, bellissima ragazza nata con la Repubblica

Stefania Sandrelli, nata a Viareggio, il 5 giugno compie 70 anni

Stefania Sandrelli

Stefania Sandrelli

Viareggio, 5 giugno 2016 - Il 2 giugno del 1946 nasceva la Repubblica Italiana. Tre giorni dopo a Viareggio nasceva una delle attrici più longeve del cinema italiano, una delle interpreti più amate dal pubblico italiano: Stefania Sandrelli. Dunque, settant’anni portati splendidamente, di cui cinquantacinque passati davanti alla macchina da presa. Proprio così; dopo un debutto non cercato in «Gioventù di notte» di Mario Sequi a cui fa seguito «Il federale» di Luciano Salce, il grande successo arriva nel 1961 grazie a Pietro Germi che la sceglie per «Divorzio all’italiana». Quella ragazzina che amava passeggiare in riva al mare e che a breve avrebbe infranto il cuore del cantautore più intellettuale della musica italiana, Gino Paoli, si trasformò subito nella giovane diva del cinema italiano.

Da quel momento ha inizio una delle carriere più belle che non ha mai conosciuto soste, un lungo percorso artistico che a più riprese ha rappresentato a tutti gli effetti il cinema italiano. Stefania Sandrelli è un segmento importante del cinema italiano, Stefania Sandrelli è la cartina di tornasole della settima arte made in Italy. Da quel primo ruolo importante offertole da Germi, quello della sedicenne Angela capace di far perdere la testa al barone Ferdinando Cefalù detto Fefè interpretato da Marcello Mastroianni, Stefania Sandrelli darà vita ad una lunga galleria di personaggi femminili, svelando i mille volti della sua personalità. Materna, seducente, sexy, svagata, cupa, introspettiva, allegra, solare: Stefania Sandrelli è stata un autentico «camaleonte» del grande e del piccolo schermo, reinventandosi continuamente nel corso di una strepitosa carriera, passando con disinvoltura dai film di cassetta al grande cinema d’autore.. Giovanissima, bissa subito il successo di «Divorzio all’italiana» con un altro titolo di Pietro Germi, «Sedotta e abbandonata». Il sottovalutato Antonio Pietrangeli le costruisce addosso il personaggio di Adriana Astarelli nello splendido «Io la conoscevo bene» del 1965.

E’ Bernardo Bertolucci a coinvolgerla in film destinati ai cineclub come «Partner» e soprattutto «Il conformista» dal romanzo di Moravia a fianco di Jean Louis Trintignant. E come non ricordare la partecipazione a «Novecento» con Robert De Niro e Gerard Depardieu ?. Lavora poi con i più grandi registi del cinema italiano; Mario Monicelli («Brancaleone alle crociate», «Speriamo che sia femmina»), Luigi Comencini («L’ingorgo», «Delitto d’amore»), Ettore Scola («C’eravamo tanto amati», «La cena»), Carlo Lizzani («L’amante di Gramigna», «Mamma Ebe»). E poi ancora per Giuliano Montaldo in «Gli occhiali d’oro», per Luigi Magni in «Secondo Ponzio Pilato», per Lina Wertmuller in «Ninfa plebea» e allo stesso tempo è nel cast dei fratelli Vanzina con «Eccezzziunale veramente» e il primo cinepanettone «Vacanze di Natale». Richiestissima in Francia da Jean Becker, Alain Corneau, Pierre Granier Deferre, Jean Pierre Mocky , Claude Chabrol , il «mito» di Stefania Sandrelli attraversa gli altri e bassi del cinema italiano. La sua carriera viene rilanciata negli anni ottanta dallo scandaloso «La chiave» di Tinto Brass.

Campione d’incasso nel 1983, il film erotico propone tutta la sensualità e il fascino dell’attrice viareggina. Senza soste per tutti gli anni ottanta con un successo dietro l’altro; da «Il piccolo diavolo» di Roberto Benigni a «Mignon è partita» di Francesca Archibugi. All’estero come in Italia, gli autori più diversi «amano» Stefania Sandrelli; il portoghese Manuel De Oliveira («Un film parlato»), la tedesca Margaretha Von Trotta («L’africana»), lo spagnolo Bigas Luna («Prosciutto prosciutto») e poi i giovani come Giovanni Veronesi («Per amore solo per amore») Gabriele Muccino («L’ultimo bacio»), Ferzan Ozpetek («Un giorno perfetto»). Più di 30 fiction per la televisione tra cui i clamorosi successi di «Il maresciallo Rocca» e «Il bello delle donne», oltre cento film per il grande schermo compreso il debutto da regista con «Christine Cristina». Tre David di Donatello, sei Nastri d’argento, tre Globi d’oro, un Ciak d’oro e soprattutto il Leone d’oro alla carriera nel 2005. Parlare di Stefania Sandrelli vuol dire parlare di un mito senza tempo, di una interprete di razza capace di tener testa ai grandi della commedia all’italiana. Basta citare l’episodio de «L’ascensore» nel film «Quelle strane occasioni» a fianco di Alberto Sordi.

Auguri Stefania! Mille di questi giorni, in compagnia del miglior cinema che verrà e del pubblico che tanto ama questa attrice entrata nel cuore degli italiani e nel costume italiano.