SAMPDORIA-LIVORNO 4-2

di Alessandro Antico     twitter @AnticoLaNazione

Genova, 9 marzo 2014 – Il Livorno voleva confermare quanto di buono aveva fatto contro il Napoli tornando da Genova almeno con un punto. “La salvezza si costruisce anche in trasferta”, aveva detto Di Carlo alla vigilia. Niente da fare. Gli amaranto prima si illudono andando al riposo sullo 0-2, poi si autodistruggono nella ripresa e lasciano l'intera posta in palio alla Sampdoria che vince 4-2.

IL PRIMO TEMPO – In tribuna si rivede il presidente amaranto Spinelli, che non assisteva a una partita in uno stadio da quasi tre mesi. C'è anche Roberto Mancini.
Di Carlo si affida allo stesso schieramento che una settimana prima aveva impattato contro il Napoli all'Ardenza, con l'unica eccezione dell'ex doriano Castellini al posto di Coda. Mihajlovic tiene invece in panchina Maxi Lopez e parte con Okaka.

Amaranto con il 5-3-2 in fase di non possesso palla: Paulinho decentrato, Belfodil più avanzato, Greco presidia a sinistra, Biagianti regista centrale.
Il gioco è veloce, c'è grande tensione agonistica, la Sampdoria è più aggressiva nei minuti iniziali ma il Livorno tiene il confronto con molto giro-palla. Intenso come sempre il movimento sugli esterni con Mesbah e Mbaye.
Al 10' c'è uno sbandamento della difesa amaranto su azione successiva a corner: salva sulla linea Biagianti su tocco di Eder. Trenta secondi più tardi, sul rovesciamento di fronte, è Mesbah a spedire di poco sul fondo. Da questo momento la partita cambia e a condurre le danze è solo il Livorno.
All'11 traversa clamorosa di Paulinho: Belfodil va via sulla destra, crossa perfettamente per il centravanti brasiliano che, tutto solo, colpisce al volto spedendo a botta sicura la palla sul montante. L'intesa fra i due attaccanti è eccellente: si cercano, si incrociano, si trovano, non danno una posizione fissa di riferimento ai difensori doriani.
Il Livorno cresce nel ritmo e nell'intensità. Il fraseggio è rapido e la Samp appare in difficoltà nelle chiusure.

Al 18' il Livorno passa. Belfodil va via sulla sinistra: ha un'accelerazione spaventosa, salta due avversari, serve Mesbah che dal limite spara colpendo la traversa (la seconda in 5 minuti per i labronici), ma sulla ribattuta arriva Mbaye che di testa appoggia in rete il tap-in. Per lui è il primo gol in serie A.
Al 23' un super Bardi nega a Gabbiadini il pareggio su punizione deviata da Biagianti in barriera.
Due minuti più tardi un colpo di testa di Belfodil è troppo debole per sorprendere Da Costa, ma attenzione: il franco-algerino è presente, è in forma, è dappertutto, non si controlla. E' davvero un valore aggiunto per il Livorno, se saprà sfruttarlo.

Al 26' la velocità premia ancora il Livorno. Mesbah e Greco fanno il diavolo a quattro sull'out sinistro; la palla arriva al centro dell'area dove Mbaye sbuca da destra bruciando tutti per depositare nel sacco la sua doppietta.

Livorno micidiale, fulmineo, assassino spietato con freschezza e classe. Squadra ritrovata, cresciuta con Mesbah e Belfodil, ben lanciata da Greco, consolidata da un Biagianti finalmente in forma, cinica al punto giusto con Mbaye che si scopre anche bomber. Per non dimenticare Paulinho, che fa un movimento spaventoso ed è il riferimento di ogni azione offensiva.
Gli amaranto hanno il merito di insistere, di spingere da ogni settore del campo e sfiorano il tris con Ceccherini, complice una difesa a quattro della Sampdoria lenta, larga, ampiamente in difetto nella velocità delle chiusure di fronte ai contropiede rapidissimi degli amaranto che vanno al riposo meritatamente in vantaggio per 2-0. 

IL SECONDO TEMPO – Fornasier per De Silvestri e Krsticic per Obiang sono i due cambi con i quali Mihajlovic ripropone la Samp alla ripresa delle ostilità, mentre Di Carlo lascia le cose intatte.
Sono i blucerchiati a spingere, com'è scontato che sia visto il parziale. Il Livorno deve saper gestire, amministrare, chiudere ma non rinchiudersi. Non sarà facile, perché i liguri appaiono più grintosi, più decisi, più 'cattivi'. La musica cambia e per il Livorno è l'inizio del disastro.

Dopo 3 minuti la Samp riapre la partita. Krsticic si fa trovare pronto su una respinta di Bardi dentro l'area: Mesbah non riesce a chiudere e lo slavo è un falco ad avventarsi sulla palla.
Greco pritesta per una chiusura di Palombo che forse si aiuta con un braccio in area: il centrocampista amaranto va giù ma non c'è fallo.

Al 7' succede l'incredibile e la Samp pareggia. Palla spiovente in area, Mbaye la tocca di testa ma non riesce a toglierla dall'area piccola, dove Ceccherini interviene nel tentativo di liberare ma invece batte involontariamente Bardi con il più classico e sfortunato degli autogol.

E' un'altra Sampdoria, si diceva. E così è. La squadra di Mihajlovic ci crede e spinge, il Livorno arretra, è in grave difficoltà, non riesce a ripartire come nel primo tempo. 
All'11' Di Carlo toglie Ceccherini, abbattuto nel morale, e inserisce Coda: l'assetto e il modulo restano uguali.

Provano a scuotersi gli amaranto, ma non riescono a distendersi come nei primi 45'.  Soffrono, passano al 4-4-2 perché la Sampdoria viene avanti con troppa facilità ed esercita un pressing costante. Il copione è cambiato: sono i doriani a menare le danze, sono galvanizzati e puntano al punteggio pieno, con gli amaranto che fanno fatica a uscire dal guscio e sbagliano troppi appoggi vanificando le ripartenze.

Il morale del Livorno è a pezzi, e si vede. I ragazzi di Di Carlo non ne azzeccano più una, perdono l'ispirazione e si complicano la vita restando schiacciati.

Al 22' la Sampdoria fa il sorpasso: Okaka fa tutto da solo e ha tutto il tempo di aggiustarsi il pallone sul destro, Coda è davanti ma si gira e tocca leggermente con un fianco il pallone che si insacca alle spalle di Bardi.

Dal 24' è tridente: esce Biagianti, entra Emeghara. Di Carlo rinuncia all'uomo d'ordine per provare la trazione anteriore a tutti i costi.
Ma non c'è soluzione. Il Livorno è irriconoscibile, è sparito dal campo rispetto a un primo tempo in cui aveva dominato in lungo e in largo. La Samp è più aggressiva, ma gli amaranto ci mettono abbondantemente del loro.

Al 29' Gabbiadini firma il poker. Assist di Okaka, Livorno sbilanciato, difesa colta di sorpresa. Gabbiadini si invola e trafigge Bardi in inutile uscita.
Per gli amaranto è una mazzata micidiale dalla quale è impossibile riprendersi. Dal duplice vantaggio all'intervallo ai quattro gol incassati in poco più di 20 minuti. Autodistruzione completa, viaggio all'inferno senza ritorno. Squadra squagliata, crollata sotto i colpi dell'immaturità, per non aver saputo gestire un clamoroso duplice vantaggio prima dell'intervallo. Una legnata terrificante. Inquietante

Domenica al 'Picchi' arriva il Bologna. Inutile dire che il Livorno dovrà soltanto vincere per continuare ad alimentare il debole fuoco della speranza di salvezza.   

[email protected]             twitter @AnticoLaNazione