LIVORNO-VERONA 2-3

di Alessandro Antico

Livorno-Verona è da sempre una partita 'pesante' per motivi extracalcistici sui quali ci soffermiamo a parte.
Ciò che conta è il campo, il verdetto dei 90 minuti: gli amaranto devono mantenere l'aggancio con il treno-salvezza, i gialloblù vogliono ripartire all'inseguimento dell'Europa.

Alla fine vincono la sfida gli uomini di Mandorlini (2-3), al termine di una partita che sembrava chiusa al 45' ma che si è riaperta negli ultimi 20 minuti della ripresa.  Senza capitan Luci, in ogni caso, gli amaranto sono a corto di idee e di spina dorsale.

IL PRIMO TEMPO - Di Carlo imposta la difesa a tre con Rinaudo centrale, mentre Emerson torna a centrocampo per colmare l'assenza di capitan Luci. In attacco conferma per Paulinho-Emeghara.
Mandorlini è senza Halfredsson e propone il consueto 4-3-3 in cui Toni-Iturbe-Jankovic sono i terminali.

La parola d'ordine è “in guardia” sia da una parte che dall'altra, ma senza rinunciare a offendere. Grande attenzione a centrocampo, dove il Verona fa pressione e il Livorno stringe la morsa, pronto a sfruttare le ripartenze. Albertazzi a sinistra e Romulo o Cacciatore a destra sono i punti di riferimento della squadra di Mandorlini per le impostazioni offensive. Di contro, sono Emerson e Greco dalla parte centrale a tentare l'innesco di Paulinho ed Emeghara, che si scambiano spesso posizione.

Le due squadre giocano in velocità, si affrontano con grande decisione. Dopo il quarto d'ora, però, è il Verona a condurre le danze del gioco e a salire progressivamente in cattedra.

Quando Mesbah e Mbaye si abbassano troppo, Iturbe e Jankovic hanno più libertà e possono rendersi pericolosi. Emerson si sdoppia: è piazzato a centrocampo, ma all'occorrenza rientra in copertura.

Grosse difficoltà per il Livorno a creare occasioni da gol. Il Verona con la difesa a quattro è compatto, chiude e riparte con una velocità che gli amaranto soffrono terribilmente.

Al 14' viene annullato un gol a Toni che è in fuorigioco sul tocco rimpallato di Romulo.

La conferma dell'imbarazzo della squadra di Di Carlo si ha al 19', quando Castellini interviene alla disperata in area su Iturbe rischiando un rigore clamoroso. La palla finisce a Toni che subito in porta ma trova Bardi a una miracolosa deviazione.

L'Hellas colleziona corner su corner, spinge, fa paura perché il terzetto difensivo amaranto non è rapido nel contenimento. Castellini sta troppo centrale, costringe Mbaye ad abbassarsi e così, nel contempo, si annullano le potenzialità di contenimento e ripartenza dall'out.

Toni è un diavolo: con un Livorno così abbassato, l'alfiere dell'Hellas riceve fin troppo spesso palloni in area, li protegge, si gira, riesce a calciare facilmente.

Al 31' si fa vivo il Livorno con Mesbah, che calcia al volo di sinistro in area ma trova Rafael pronto alla presa. Ma è un fuoco di paglia, perché da qui in poi la rete la vedranno solo i gialloblù.

Al 33' il Verona passa in vantaggio con Jankovic. Stavolta Bardi non ripete i miracoli precedenti: il cross del giocatore dell'Hellas è una beffa fatale per il portiere amaranto.

Il cammino del Livorno si fa sempre più in salita. Il centrocampo senza Luci non è efficace, non c'è filtro e gli uomini di Mandorlini arrivano con estrema facilità davanti all'area amaranto, dove la difesa non pare all'altezza.

Al 41' i veneti potrebbero raddoppiare, ma il diagonale di Romulo termina di un soffio sul fondo.

Ma al 43' lo stesso Romulo non fallisce il tocco di interno destro: Toni lo serve dalla destra e lui, tutto solo, ha lo specchio della porta vuoto davanti e trafigge Bardi per la seconda volta.

Al 45' Toni sigla il 3-0. Iturbe va via in contropiede sulla destra, attira Rinaudo verso di se' e serve un assist al bomber che, isolato, da due passi appoggia in rete.

Verona sugli scudi, troppo più forte. Livorno non pervenuto, primo tempo disastroso e imbarazzante sia sul piano del gioco che della corsa.

IL SECONDO TEMPO – Di Carlo lascia negli spogliatoi Castellini e inserisce subito Belfodil, nella speranza di una trazione anteriore che possa essere considerata tale e soprattutto nel tentativo di tenere più lontano il Verona.

Dopo due minuti Emeghara si rende protagonista di un numero incredibile: dribbla tre avversari come birilli, ma poi davanti a Rafael manda sopra la traversa.

Ma la sfuriata è un fuoco di paglia. All'8' il Verona riparte con il suo ritmo e poco ci manca che Iturbe non realizzi ancora: Coda gli va incontro ma scivola nel momento in cui l'attaccante scaligero scocca il tiro, con la palla che sfiora il palo alla destra di Bardi e termina fuori.

Il copione però non cambia. Non può cambiare. I limiti di questo Livorno senza Luci sono terribilmente evidenti. Manca il tassello alla voce 'impostazione', ma stavolta manca anche almeno la grinta vista in altre circostanze. Va da se', in ogni caso, che questo Verona è organizzato benissimo, ha giocatori forti, sciorina un'intesa eccellente, è collaudato e veloce. In una parola, superiore a questo Livorno.

Al quarto d'ora esce Rinaudo ed entra Gemiti.

Il Livorno però non si arrende. Ci prova. Lo fa come può, un po' disordinatamente, ma si scuote, raccatta il carattere.

Al 18' ci prova Paulinho che colpisce benissimo di testa su assist di Greco, ma Rafael alza sopra la traversa.

Al 26' è proprio Paulinho a segnare. Fa tutto da solo, approfitta del fatto che il repatro difensivo del Verona è tutto arretrato e dal limite spara una cannonata imparabile. Decimo gol per lui.

Passano 51 secondi e la partita si riapre. Paulinho, ancora lui, difende un pallone al limite e serve Greco che accorre al momento giusto e calcia con grande precisione di sinistro il pallone che vale la speranza.

Il Livorno è trasformato. Nell'ultimo quarto d'ora i gialloblù si arroccano tutti indietro e gli amaranto si buttano in avanti. Gemiti e Mesbah spingono dalla sinistra, Duncan ed Emerson pressano dal centro.

E' il Verona a essere più difficoltà a questo punto. Sala, Donati e Juanito Gomez sono i tre cambi di Mandorlini, che comunque non cambia lo schema impostato in questa seconda parte dell'incontro.

Il Livorno rimane in pressione. La 'remuntada' non è impossibile, Greco interpreta molto meglio il ruolo dell'ispiratore. L'Hellas si affida al 'mestiere', sta basso e lascia in avanti soltanto Toni. Gli amaranto non hanno più nulla da perdere e negli ultimi cinque minuti si buttano su tutti i palloni, ne recuperano moltissimi.

Ma non riescono nell'impresa di agguantare in extremis un pareggio che sarebbe stato meritato per quanto visto soltanto negli ultimi 20 minuti della ripresa. Soltanto in quelli, perché il resto non è proprio piaciuto. Quanto ci manchi, capitano!

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