di Alessandro Antico

Livorno, 7 dicembre 2013 - Muovere la classifica. Muovere la classifica a tutti i costi, dopo le ‘magre’ delle ultime uscite e in particolare dopo la pessima figura di Verona contro il Chievo. Livorno chiedeva questo a Davide Nicola e ai suoi amaranto, opposti stavolta al Milan di Max Allegri, labronico purosangue che proprio qui, sul manto dell’Ardenza un tempo fu anche suo, cercava la centesima vittoria sulla panchina rossonera.

Finisce con un pareggio da brividi, dopo che il Livorno aveva cullato l'impresa fino a una decina di minuti dalla fine e dopo che una traversa lo aveva graziato con il risultato già sul 2-2.

IL PRIMO TEMPO - Il Livorno propone Emerson al centro della difesa e un centrocampo a cinque dove torna dal primo minuto Duncan. Greco, alle prese con una lombalgia, parte dalla panchina. In attacco è Paulinho la prima punta, con Siligardi che ottiene la fiducia per sostenerlo al posto di Emeghara. Fiducia più che meritata, perché la ‘freccia emiliana’ sarà protagonista di una grande prestazione. Il Milan schiera Gabriel in porta al posto di Abbiati, con Nocerino ed Emanuelson dal primo minuto. In avanti l’ariete è Balotelli, con Birsa e Kakà liberi di spaziare.

Sospinto dal pubblico, il Livorno parte in pressing e dopo due minuti va al tiro al volo con Duncan, ribattuto dalla difesa rossonera. Nicola ordina di aggredire subito e cercare le ripartenze in velocità, con scambi veloci e palla a terra. Paulinho e Zapata danno vita a un bel duello.

Ma al 7’ il Milan passa in vantaggio. Kakà, solissimo, va via sulla sua sinistra e dal fondo mette in area un rasoterra sul quale la difesa è bruciata da Balotelli che sbuca alle spalle di tutti e appoggia in rete, precedendo Ceccherini. Un colpo a freddo per il Livorno, che ancora una volta pecca gravemente in leggerezza nel reparto arretrato, avendo consentito a Kakà di agire indisturbato sull’out e servire un pallone sul quale nessuno è intervenuto.

Gli amaranto provano a reagire immediatamente, soprattutto sotto l’aspetto caratteriale. C’è tempo per recuperare, ma occorre mettere sotto pressione costante la retroguardia del Milan. La velocità, tuttavia, non manca al Livorno che al 14’ infatti, dopo un bello spunto, va alla conclusione con Paulinho dal limite, ma la palla finisce di poco sul fondo.

Siligardi sfugge spesso alla sorveglianza di De Jong e ciò consente a Paulinho di proporsi più pericolosamente al limite dell’area. E’ un Livorno più propositivo rispetto a quello visto contro la Juventus: stavolta c’è più iniziativa, più intraprendenza, più aggressività sul motore del gioco avversario, nella fattispecie Montolivo.

L’impressione è che gli amaranto possano fare di più la partita. Sono più convinti, mordono come devono fare. Al 21’ Emerson calcia una bella punizione che elude la barriera ma trova Gabriel pronto a bloccare a terra.

I confronti sono belli e al tempo stesso energici a centrocampo. Il Livorno spinge e guadagna falli a ripetizione, come al 23’, quando Siligardi ci prova con una colombella che è preda di Gabriel. E’ il segnale: il Livorno è vivo, lotta, piace.

Centrocampo ‘alto’ sia da una parte che dall’altra. Schiattarella un po’ più basso a destra, Mbaye gran corridore a sinistra, Luci e Biagianti pronti a lanciare le ripartenze dal centro.

E al 26’ arriva il pareggio con Siligardi. Grandissimo lo spunto dell’attaccante che riceve da sinistra, controlla al volo, si accentra e difende la palla al limite dell’area, lascia inchiodata la linea Maginot rossonera e fa partire un sinistro a girare che si infila nell’angolino basso alla destra di Gabriel. Gran gol davvero, una liberazione psicologica, un premio alla costanza e al sacrificio in questa prima mezz’ora di gioco.

Le squadre sono ‘tarantolate’. Il merito del Livorno finora è quello di non chiudersi e di accettare il confronto; da parte sua, il Milan è un po’ attendista, cerca gli spunti di Kakà e Montolivo e dà l’impressione di poter piazzare colpi di classe, ma non è rapido e subisce l’intensità degli amaranto.

Nicola si sgola: vuole che i suoi non cambino atteggiamento e insistano nel proporsi in massa. Allegri invece, più flemmatico, cambia le cose già al 37’ mettendo dentro El Sharawi al posto di un inconcludente Birsa. Il ‘faraone’ si piazza a sinistra per dare man forte a Kakà, decisamente più defilato e spento nella parte finale del tempo.

E’ il Livorno a menare le danze fino all’intervallo: l’1-1 è più che meritato. Anzi, in quanto a occasioni sono gli amaranto a vantare un credito maggiore.

IL SECONDO TEMPO - Il Milan vorrebbe girare con un altro registro. Kakà parte da posizione più arretrata per inserirsi negli scambi, mentre è El Sharawi a porsi più a ridosso del limite dell'area amaranto. Il Livorno però non muta atteggiamento e mantiene compattezza, come vuole Nicola: concede poco spazio, indubbiamente spende molto sul piano fisico. Duncan si dà da fare a sinistra, crea movimento, va spesso al tiro (anche troppo, come per esempio al 7' quando avrebbe potuto servire schiattarella anziché sparare alto).

Sul rovesciamento di fronte è il Milan a sfiorare clamorosamente il vantaggio. Balotelli va via da solo e si presenta a tu per tu in faccia a Bardi, che gli esce incontro e si oppone con un intervento strepitoso deviando in corner. una paratona da dieci e lode, un 'miracolo' sulla bordata di Super Mario. Sull'azione successiva al corner la difesa respinge un altro assalto rossonero e così il Livorno si salva.

Livorno che, rischi a parte, cerca schemi alternativi. Schiattarella si sgancia di più e affonda spesso sulla sua corsia di destra. 

Al 12' gli amaranto passano. Siligardi dalla destra mette un pallone al bacio per Paulinho che scatta sul filo del fuorigioco, si fa beffa di Zapata che non riesce a precederlo; il brasiliano arriva al limite dell'area e spara un rasoterra imparabile per Gabriel. e' il gol del 2-1, il 'Picchi' esplode, Paulinho corre sotto la Curva nord a raccogliere l'abbraccio dei tifosi in delirio battendosi i pugni al petto sulla maglia amaranto. Per lui è il sesto centro stagionale.

Allegri corre ai ripari. Toglie Nocerino (chi l'ha visto?) e mette dentro Nyang. Poi si fa male il 'faraone' che però rimane in campo.

Il Livorno si abbassa e va a raddoppiare le marcature. Anche gli attaccanti tornano in copertura, si sacrificano molto. Biagianti spesso è pressato e non può far ripartire l'azione, anche perché Nicola gli ordina di marcare a uomo Kakà. L'incarico della costruzione spetta quindi ai difensori. E' il momento di stringere i denti: il Milan per forza di cose deve spingere e gli amaranto devono necessariamente essere un po' meno belli e più cinici. Manca mezz'ora, nulla è ancora compiuto.

Paulinho fa salire la squadra all'occorrenza, perché in ogni caso sarebbe un errore chiudersi e lasciare l'iniziativa. Ma occhio a sbilanciarsi, perché adesso il Milan attacca a pieno organico. Come al 26', quando Nyang va via a Mbaye ma calcia a lato. Poli spinge da terzino, Duncan va in marcatura.

Verso la mezz'ora Nicola inserisce Greco al posto di uno stanchissimo (e bravissimo) Siligardi. Standing ovation per lui, che lascia il campo dopo aver riprovato anche una conclusione dal limite finita debolmente tra le braccia di Gabriel. Sarebbe stata davvero la ciliegina sulla torta. 

Gli ultimi dieci minuti sono di sofferenza pura, uno stato d'animo al quale il Livorno è abituato. C'è una sola cosa da fare: tenere palla e mantenersi stretti, senza arretrare, senza lasciare l'iniziativa ai piedi buoni rossoneri, per quanto esausti.

A sette minuti e mezzo dalla fine, il Milan pareggia. Balotelli guadagna una punizione dal limite, la calcia e vanifica l'opposizioone della barriera. la staffilata è talmente forte che nessuno la vede, nemmeno Bardi che in effetti nulla può di fronte a una cannonata così. E poco ci manca che ancora Balotelli la metta dentro per la terza volta, con un tiro da fuori che si stempia sulla traversa a Bardi battuto. Che brividi, signori!

Super Mario spezza così il sogno amaranto. Il Livorno perde i tre punti accarezzati fino a una decina di minuti dalla fine, poi quella bordata di 'Balo' e sul 'Picchi' si materializza il 2-2. Un pareggio che comunque va stretto alla squadra di Nicola, che avrebbe potuto chiudere la partita un istante prima dell'uscita di Siligardi. Ma un Livorno in ogni caso più tonico rispetto alle ultime uscite, più determinato. Un punto solo, ma importante. Articolo numero uno del 'codice della salvezza': ripartire da qui. E da qualche rinforzo al mercato di gennaio.

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LE PAGELLE DI ROBERTO DAVIDE PAPINI