LIVORNO-TORINO 3-3

di ALESSANDRO ANTICO

Livorno, 30 ottobre 2013 –  Che sarebbe stata una partita combattuta, si sapeva. Ma che se ne vedessero davvero di tutti i colori in questo modo, sinceramente no. Finisce 3-3 con il Livorno che prima va sotto due volte, poi rimonta, va addirittura in vantaggio e infine si fa raggiungere dal dischetto. Che rabbia all'Ardenza...

I MOTIVI - Quattro sconfitte consecutive, la squalifica di Siligardi per la bestemmia a Bologna, il morale in bilico fra rabbia e speranza: il Livorno ha tanti stimoli per lanciarsi nella corrida con un Toro a sua volta ferito ma sulla carta sempre temibile. Nell'arena del 'Picchi' gli amaranto non hanno vie d'uscita: il Toro va matato, possibilmente abbattuto, perché i punti da queste parti cominciano a servire come il pane. Sotto bordate di fischi per Ventura e Cerci _ in passato al Pisa _  l'Ardenza è un catino infuocato.

IL PRIMO TEMPO - Costretto a rinunciare al 'Sili' _ che forse questa sera sarebbe partito proprio da titolare _ Nicola ripropone Emeghara in coppia con Paulinho. Torna Greco alle loro spalle (fondamentale) con Luci e Biagianti a centrocampo. Ma la novità è Gemiti dall'inizio sull'out di sinistra. A destra c'è Schiattarella. Confermata la difesa a tre con Emerson centrale, Ceccherini e Coda ai suoi fianchi.
Ventura risponde con Immobile e Cerci davanti, El Kaddouri esterno sinistro, D'Ambrosio a destra.

Il Livorno spinge subito e cerca Schiattarella per i traversoni.
Ma al primo contropiede è il Toro che passa, dopo appena 4 minuti.
Cerci va via come sa sulla fascia destra, vanamente rincorso da Gemiti che non riesce a chiuderlo. L'esterno granata va sul fondo, mette al centro un traversone sul quale Immobile, a dispetto del suo cognome, brucia Coda nettamente in ritardo e insacca.
Difesa inesistente, lenta, larga, da incubo.

Ma non basta. La serata procede con un'altra scena da film dell'orrore per il Livorno, che alla seconda azione offensiva del Toro si fa incornare un'altra volta di brutto. Al 7' c'è un corner dalla destra, va alla battuta il solito Cerci che pennella un cross al centro dell'area dove Glik, polacco, al suo primo gol in serie A, lascia la difesa inchiodata a terra, svetta svetta più alto di tutti e mette a segno di testa.

In questi primi dieci minuti il Livorno non c'è. Dicono che sia sceso in campo, ma pochi l'hanno visto, finora. L'inizio è spettrale e i 2 gol del Torino non sono altro che la conferma del momento sciagurato che stanno attraversando gli amaranto.

Non resta altro che reagire, reagire, reagire. Scuotersi di dosso il dolore per le due incornate e buttarsi all'arrembaggio.

E così è. Nicola è un diavolo, i giocatori cominciano a correre come forsennati, ragionando.
All'11 Emeghara potrebbe accorciare, ma da posizione invitante sbaglia il colpo di testa e manda fuori.
Al 17' è Paulinho che, su cross di Biagianti, batte di testa ma spedisce di poco sul fondo.

Ciò che fa rabbia, in questa situazione paradossale, è che il Livorno sotto l'aspetto del gioco è assolutamente in partita. Gli amaranto spingono, si rendono tutti protagonisti nell'azione, nel giro-palla, nell'iniziativa, e mettono spesso in difficoltà i granata.
Come al 21', quando ancora Paulinho, sempre di testa, costringe Padelli a una parata strepitosa che toglie in tuffo impedisce al pallone di gonfiare la rete sotto la Curva Nord.

Ma al 25' Paulinho finalmente trova la meritata soddisfazione. La pressione amaranto trova il frutto meritato. Arriva un pallone dalla destra con Biagianti che serve Schiattarella; cross di quest'ultimo dal fondo per Paulinho che, appostato davanti alla porta, sbatte dentro con violenza il pallone che accorcia le distanze.

Due minuti più tardi è ancora Paulinho a provarci, ma il tiro viene ribattuto in angolo.

L'assedio però continua, il Torino è tutto chiuso nella propria metà campo, concede spazi e soffre la pressione degli amaranto ispirati da Greco (certo che la sua presenza a ridosso degli attaccanti è fondamentale) e letteralmente trasformati rispetto all'inizio della partita.

E al minuto il Livorno raggiunge il pari. Fraseggio sulla tre-quarti, la difesa granata è ferma al pari di quella amaranto in occasione del gol di Immobile, benché più schierata in linea. La palla filtra dalla destra, Paulinho fa un 'velo' spettacolare per  Greco che, appena entrato in area di rigore, si aggiusta il pallone sul piede giusto e lo spara alle spalle di Padelli. E' il gol del 2-2, il 'Picchi' esplode, il Livorno si risveglia dall'incubo e ora si ricomincia da capo.

Il Toro si scuote, non accetta di vedere vanificato così il doppio vantaggio e allora si lancia nella sfuriata di fine tempo. Al 38' Bardi impedisce a Glik di realizzare la doppietta, perché in tuffo impedisce al pallone di infilarsi nel 'sette', poi, due minuti dopo, interviene su un corner di Cerci diretto in porta.

Emozioni a non finire, cuore in gola, squadre decise ad affrontarsi in modo ardito e sfacciato. Il Livorno è galvanizzato dal recupero, il Toro è infuriato.

Al 40' Emeghara va via in velocità sulla destra ed El Kaddouri interviene per fermarlo. Secondo l'arbitro Valeri, però, è simulazione e così l'attaccante viene ammonito.
C'è un minuto di recupero e Paulinho è l'ultimo a rendersi protagonista di un'azione, spendendo però di testa sopra la traversa. Si chiude un primo tempo spettacolare, con entrambe le difese protagoniste in negativo.

IL SECONDO TEMPO – Ventura riparte lasciando negli spogliatoi un deludente El Kaddouri per inserire Barretio. Nicola ricorda ai suoi che la partita è ricominciata e che sarà bene non riproporre l'indecente spettacolo d'inizio primo tempo. La squadra infatti è più vigile e più stretta, con particolare riferimento all'indemoniato Cerci, che infatti già al 3' fa una scorribanda sulla quale è Luci a mettere una pezza.

Trascorrono 6 minuti e il Livorno lancia un 's.o.s.': Biagianti non ce la fa, deve uscire: Nicola manda Rinaudo al suo posto, sceglie di coprirsi. Vedremo nelle prossime ore l'entità del problema per il centrocampista fiorentino, davvero sfortunato perché rientrato appena domenica scorsa dopo un mese di assenza.

Il ritmo di entrambe la squadre è più blando. Dopo un primo tempo giocato a tambur battente, Livorno e Torino adesso pensano più a guardarsi a vista che a colpirsi.
Ma attenzione, perché sia da una parte che dall'altra, viste le condizioni delle difese, esistono elementi in grado di tirar fuori dal cilindro il colpo a sorpresa.

E infatti al minuto 62' è Emerson a fare il mago. Il brasiliano varca la metà campo palla al piede, il reparto avversario si apre incredibilmente e lui ha modo di innescare un tiro da 35 metri che si alza, viaggia alla velocità della luce e si infila sotto la traversa della porta di Padelli. E' un gol strepitoso, un prodigio balistico al quale Emerson ci aveva abituati l'anno scorso. Per il Livorno è il gol del 3-2, che Emerson festeggia correndo verso la telecamera con il pallone nascosto sotto la maglia.

Finità qui? Partita chiusa? Assolutamente no. Quattro minuti più tardi il Toro reagisce con furia. C'è una triangolazione Barreto-D'Ambrosio con quest'ultimo che colpisce la base del palo a Bardi battuto. Nessun suo compagno ne approfitta e i granata mancano il pari.

Il Livorno cala un po', soprattutto si abbassa pericolosamente, in modo proporzionale alla maggiore pressione del Torino, che infatti si rende nuovamente pericoloso con Immobile, il cui diagonale esce davvero di pochissimo.

Ora le squadre si allungano, cominciano ad accusare il dispendio di energie e concedono spazi a vicenda. E' soprattutto il Torino a premere per cercare di rientrare in partita. Spinge in particolare con D'Ambrosio e si alza molto.
Nel frattempo c'è comunque una tegola sul Livorno, perché Schiattarella tocca la palla di mano e si becca l'ammonzione che gli costerà la squalifica per la prossima partita, visto che era diffidato.

Nicola fa tirare il fiato a Ceccherini e lo toglie per inserire Mbaye. Cerci e D'Ambrosio sono pessimi clienti, sembra che non finiscano mai la benzina e si vuole tanta mobilità per arginarli.

Il Livorno è meno bello, come finalmente dovrebbe essere pur di difendere un vantaggio importantissimo. Non importa giocare bene se poi non si raccoglie il seminato. Ma occorre saper gestire, chiudersi ma non arretrare troppo, perché il Torino, schierato ora con il 4-4-2, ha giocatori che sanno proiettarsi pericolosamente in avanti.

All'81' Barreto fa partire una bordata da interno area che esalta le capacità di Bardi, disteso in tuffo sotto la Curva Nord per deviare una conclusione micidiale che, in effetti, la difesa avrebbe potuto e dovuto evitare.

Il finale è tutto secondo copione: è sofferenza. Sofferenza pura. Sofferenza amaranto. Ma c'era da metterla in conto e ci sta che sia così. Troppo importante questo vantaggio, conquistato in modo così rocambolesco quanto meritato, eroico quasi, per  non blindare baracca e burattini.

Ma allo scadere c'è il patatrac. Meggiorini fa partire un cross, c'è una girata al volo di Immobile e Rinaudo tocca la palla con la mano in area. Valeri non ha dubbi: è rigore. Secondo il direttore di gara, il fallo del difensore amaranto è intenzionale. L'impressione che abbiamo avuto noi, invece, è stata quella di pararsi istintivamente dal pallone scagliato con violenza da distanza ravvicinata. Oltretutto Rinaudo era girato nel momento in cui ha toccato la palla con il braccio, quindi non ha certo preso la mira volontariamente per ostacolarne la traiettoria. Ma tant'è. Cerci va dal dischetto e realizza il 3-3. Fuoco alle polemiche.

Se ce lo avessero raccontato, non ci avremmo creduto. Dallo 0-2 dopo meno di un quarto d'ora al 3-2 fino a dieci minuti dalla fine, per poi incassare il gol del pareggio. Dal sogno di una vittoria che sarebbe stata sicuramente meritata, alle imprecazioni per una decisione arbitrale che farà discutere, per un errore, una disattenzione, chiamiamola così, un'azione sciagurata in piena zona Cesarini. Sarebbero stati preziosissimi i tre punti, visti anche i risultati delle altre squadre, ma contro il Toro ne arriva uno solo. Meglio che niente, certo. Ma che peccato, accidenti. Un vero peccato farsi scippare così una vittoria.

Aless[email protected]            twitter  @AnticoLaNazione