di Maria Nudi

Livorno, 17 maggio 2014 - Gli occhi lucidi, ma nel cuore dei figli di Cosetta Barsotti e Luciano Rinaldi esplodono rabbia, amarezza e dolore. Sono sotto casa dei genitori, in via Guarducci, dove sono arrivati anche gli altri familiari. Accettano di parlare della tragedia che è accaduta ai genitori per generosità nei confronti delle altre famiglie che vivono il dramma di un congiunto malato di Alzheimer, la malattia denegerativa per la quale al momento non esistono cure.

"Abbiamo chiesto aiuto a tutti - dicono Walter e Roberto - ma tutti chi hanno chiuso le porte in faccia. Mio padre ha avuto in primi problemi di salute nel 1996 quando è stato colpito da un'emorragia cerebrale. Poi la situazione è andata peggiorando. Si è ammalato di Alzheimer, la sua non era ancora una forma gravissima. Ma questa è una malattia incontrollabile. A Livorno ci sono solo 16 letti per i malati di Alzheimer. Siamo stati da tutti, ci siamo rivolti all'assistenza territoriale facendo tutto quello che era possibile fare. Sapevamo che prima o poi sarebbe successa una cosa grave. Una persona nelle condizioni di mio non poteva essere lasciato solo. Abbiamo provato a rivolgerci alle strutture pubbliche di Livorno. Senza alcun risultato. Siamo andati a Fauglia e a Orentano: sono centri specializzati. Ma dopo il ricovero di tre mesi mandano il paziente a casa".

Walter e Roberto sono sconvolti, addolorati e spiegano. "Noi venivano a trovare mamma e babbo tre o quattro volte al giorno. I nipoti mangiavano con loro. Abbiamo preso una badante, una persona seria, che veniva tutte le mattine e rimaneva con loro fino al primo pomeriggio. Tre volte alla settimana venivano le ragazze dell'assistenza domiciliare che lo facevano disegnare. Ma è stato tutto inutile".

I figli ricordano anche un episodio drammatico. "Nostro padre - dicono - aveva già provato a togliersi la vita tagliandosi le vene. Un gesto dimostrativo. Era stato portato al pronto soccorso e rimandato a casa. Avevamo paura che sarebbe accaduto qualcosa di grave. E stamani (ieri per il lettore ) è successo. Nostro padre non aveva mai avuto atteggiamenti violenti contro la mamma. Ma questa malattia è un mostro. Quello che è successo stamani è una tragedia annunciata. La morte di nostra madre è il risultato di questa società. Chi conta va a fare la spesa con la scorta, mentre chi ha i familiari con malattie gravi è lasciato solo. Scrivetelo, raccontatelo. Per mia madre ormai è inutile, ma si possono salvare altre persone, si possono evitare altre tragedie".

E' stato il figlio Walter, 57 anni, a scoprire la tragedia. "Mi ha chiamato la badante verso le 9.30 perché non riusciva ad entrare in casa. Lei non ha le chiavi. Sono arrivato e ho pensato subito al peggio. Ho provato ad aprire la porta. Ma mio padre aveva messo la catena anti-intrusione. Così ho dovuto forzare la porta per entrare. Una volta in casa ho visto tutto quel sangue. Ho capito che era accaduta una tragedia e ho chiamato il 118".

Cosetta Barsotti era già morta, mentre Luciano Rinaldi era ferito all'addome in preda a un raptus.