Livorno, 17 febbraio 2014 - Novantanove anni di storia: questo è il calcio a Livorno. E i tifosi hanno voluto festeggiare il 'compleanno' con una festa e un corteo che è partito da piazza Attias

Una festa in agrodolce, però. Da un lato, infatti, c'è stata la gioia per la vittoria a Cagliari per 2-1, importantissima in chiave-salvezza; dall'altro, la mestizia per il  grave infortunio del capitano Andrea Luci

QUANTI SIGNIFICATI IN QUESTO 99 - di Salvatore Marino

Livorno calcio festeggia i 99 anni di età dalla sua fondazione. Un numero che a Livorno ha un significato particolare. E’ il codice d’identità del gruppo storico della tifoseria labronica nato alle soglie del 2000.

Tutti hanno ancora negli occhi gli anni delle Brigate Autonome Livornesi (BAL) nei primi anni dell’era Spinelli. Gli anni del 'risorgimento' del Livorno, riemerso dalle paludi della serie C con la forza di un entusiasmo capace di spingere con le corde vocali la squadra in Serie A. Chi trascinava sugli spalti e chi in campo, il numero era sempre lo stesso. “Con il 99 anno delle Bal”, come intonava la Nord in quelle stagioni, giocava Cristiano Lucarelli. Il figliol prodigo cresciuto nel quartiere popolare di Shangai, rifiutò al miliardo per vestire la maglia della sua città.

Livorno era una piccola realtà incantata: la magia della serie A, la furia di un tifo che faceva tremare le mura dei palazzi e di una squadra a cui riusciva tutto. L’incanto è diventato miracolo con il raggiungimento della qualificazione in Copppa Uefa nella stagione 20005-2006. Ora di 99 restano soltanto gli anni sulla carta d’identità, su quella maglia amaranto che presto diventerà secolare.

Leggendaria come la passione che ha sempre legato tifosi e squadra. I tempi sono cambiati e sulle facce dei tanti invitati per esibire orgogliosi i colori amaranto, è netta l’impronta del ricambio generazionale. Trisnipoti della “vecchia e cara” Unione Sportiva” embrione dell’attuale Associazione Sportiva Livorno. Il ritrovo in piazza Attias a qualche centinaia di metri dalla sala in cui i dirigenti de la Spes e della Virtus Juvventusque il 14 febbraio del 1915, decidevano le sorti della futura società amaranto. Difficile mettere d’accordo i livornesi, personaggi per natura cocciuti e orgogliosi dello loro piccole sfumature. I grandi capi lasciarono qualche giorno di tempo perché le acque si placassero e il 17 febbraio l’annuncio divenne ufficiale.

A 99 anni di distanza per le vie della città si snoda un lungo corteo che grida compatto l’amore per quei colori. Una falange unita dietro al verso “non piegare un istante giammai, estratto dell’inno storico della società livornese. Il futuro che regge per le mani i cimeli di un passato glorioso, un gesto per rivendicare la patria potestà di quei colori. Il messaggio è chiaro, la sovranità appartiene al popolo, il popolo amaranto, colore e fiore eterno che a dispetto dei tanti anni d’età, ha conservato la sua forza e il suo fascino.