La Spezia, 20 dicembre 2011 - Il calcio di Liguria e Toscana sotto choc per l'arresto di Filippo Carobbio, 32 anni, centrocampista dello Spezia, con un passato tra l'altro anche a Grosseto e Siena. Secondo la Procura di Cremona sarebbe l'emissario italiano di un giro di scommesse illegali, vinte alterando diverse partite, pare ai tempi in cui il giocatore militava nel Grosseto.

A giugno scorso erano finiti in 16 dietro le sbarre, compreso l'ex bomber della Nazionale Beppe Signori. All'alba di lunedì e' toccato ad altri 17, con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata alla truffa e frode sportiva, tra cui spicca la bandiera dell'Atalanta Cristiano Doni, gia' sospeso per 3 anni dalla giustizia sportiva dopo che era emerso un suo coinvolgimento nell'indagine.

Con Doni e Carobbio sono stati arrestati Carlo Gervasoni del Piacenza, anche lui sospeso perche' gia' coinvolto nella prima fase dell'indagine, Alessandro Zamperini, ex di serie B e Lega Pro. E soprattutto Luigi Sartor, ex di Juve, Roma e Inter.

Tifosi increduli, che adesso si chiedono che ne sarà di Carobbio. A Spezia la società è sconvolta. Il gruppo era tornato intorno alle 3 della notte tra domenica e lunedì dalla trasferta di Latina, nel girone B di Legapro. Il tempo di arrivare nella sua casa di Lerici, dormire qualche ora e per Carobbio sono scattate le manette.

Stava dormendo quando sono arrivate le forze dell'ordine. Il giocatore è stato trasferito in questura per le generalità, quindi è stato portato nel carcere di Cremona. Nella giornata di domani sfileranno davanti al procuratore di Cremona, titolare dell'inchiesta, tutti i calciatori arrestati, Carobbio compreso, per l'interrogatorio di garanzia.

Aria pesantissima allo Spezia, che in un comunicato esprime tutto il suo rammarico e dichiara la sua estraneità. "La società Spezia Calcio, apprende con sconcerto la notizia dell'arresto del suo tesserato, Filippo Carobbio, maturato a seguito dell’inchiesta 'Last Bet' relativa al calcioscommesse. La stessa sottolinea la propria estraneità ai fatti imputati a Carobbio, essendo questi riferiti a stagioni passate, in cui il giocatore non figurava tra i tesserati bianchi. In attesa dell’evolversi dell’inchiesta, la Società si riserva di adottare tutti i provvedimenti utili a difendere il proprio nome e la propria rispettabilità": questo il comunicato comparso sul sito internet dello Spezia.
 

Nel mirino ci sarebbero partite del periodo in cui Carobbio ha giocato nel Grosseto, nella stagione 2009-2010. Stagione peraltro felice, in cui il giocatore collezionò oltre trenta presenze e cinque gol. Un giocatore apprezzato, fino all'inizio dell'incubo, che getta un'ombra sulla carriera del 32enne metronomo del centrocampo, discreto realizzatore su punizione.

Sotto la lente Grosseto-Reggina 2-2 del 23 maggio 2010. Nei minuti di recupero del secondo tempo, sul punteggio di 1-2, risultato che dava la salvezza matematica ai calabresi, l'arbitro fischio' un rigore a favore del Grosseto. Il rigorista dei maremmani era Filippo Carobbio, ma il giocatore non volle calciare dal dischetto.

La responsabilita' se la prese il capitano Luigi Consonni che segno'. ''Mi sono preso una grandissima responsabilita' nel calciare il rigore. Diciamo che ho tolto dall'imbarazzo qualche mio compagno
che non se la sentiva'', disse alla fine della partita, dopo essere stato avvicinato in modo minaccioso dagli avversari e offeso da Carobbio.

Tra le partite truccate, ci sarebbero secondo l'accusa anche Ancona-Grosseto del 30 aprile 2010, e Empoli-Grosseto del 30 maggio.

Il nuovo filone d'inchiesta che ha portato Carobbio in carcere nasce dopo il presunto tentativo di corruzione dell'organizzazione di un giocatore del Gubbio, Farina, per truccare Cesena-Gubbio di Coppa Italia, giocata lo scorso novembre. Furono offerti 200mila euro a Farina, che denunciò l'accaduto.

''Subito ci siamo rivolti alle autorita' competenti per tutelare il nostro tesserato e la societa''', ha spiegato il Gubbio, ribadendo che ''sara' sempre in prima linea per denunciare comportamenti illeciti e in contrasto con i principi della lealta' sportiva''. La societa' ha quindi deciso il silenzio stampa per i suoi tesserati. ''Noi dobbiamo pensare solo al campo ed a giocare'', ha sottolineato il direttore sportivo, Stefano Giammarioli. ''Per mantenere la
serenita' di tutto l'ambiente, in particolare della squadra, nonche' della vita privata dei giocatori - ha aggiunto -, abbiamo scelto questa linea''.

Il giocatore, di proprietà del Siena, con un passato nell'Albinoleffe e nelle giovanili dell'Atalanta, è originario di Alzano Lombardo

Domani i primi interrogatori e i primi passi della vicenda giudiziaria che sta sconvolgendo, ancora una volta, il calcio italiano.