La Spezia, 12 gennaio 2012 - EPITETI e frasi choc all’indirizzo degli anziani ospiti sono lì, nella cruda trascrizione delle intercettazioni ambientali, a testimoniare l’indole cattiva dell’assistente della casa-alloggio di Beverino, Denise Carassale, arrestata dai carabinieri - su ordine del gip Marta Perazzo, in accoglimento della richiesta del pm Claudia Merlino - per maltrattamenti aggravati dalla crudeltà nell’ambito dell’operazione «Spalle al muro».
Espressioni del tipo «Devi crepare», «Ti strappo i denti», «Vaff...», «Bastarda», «Tr...», «Deficiente», «Smettila di rompere il c...», «Non mi spezzo la schiena per te», «Lurida» scandiscono i rapporti giornalieri della donna con gli ospiti. Ma, secondo l’accusa, oltre alle maleparole, nella casa alloggio, volavano anche le mani. Le riprese della telecamera spia, però, non le evidenziano.
C’è la prova visiva dell’indifferenza verso le invocazioni, dettate da dolore e dai bisogni, delle vecchiette. Ma nessun colpo proibito. Eppure nel capo di imputazione si parla di percosse. La contestazione, trapela dal riserbo, si ancora alle testimonianze rese da due ex dipendenti della struttura (fra queste - chiede sul punto la rettifica rispetto a quanto scritto ieri - non c’è l’ex moglie del proprietario che da sei anni non ha più alcun rapporto con lui e la casa-alloggio).
Ma c’è di più: una perizia fonica dei Ris di Parma su quanto captato dalle cimici collocate, con un espediente che resta top secret, nelle singole stanze in cui erano ospiti sei anziane. Al vaglio sono finiti suoni e rumori sospetti, classificati dai Ris come «schiaffi» o «colpi» all’indirizzo delle vecchiette, con corredo di valutazione in ordine ad una scala di compatibilità con sei posizioni: non compatibile, indefinibile, possibile, probabile, molto probabile, altamente probabile. Ebbene le conclusioni sono di due schiaffi «possibili», uno schiaffo «probabile», un altro «altamente probabile», quattro colpi «probabili», due colpi «possibili». Solo, però, in tre casi «schiaffi» e «colpi» sono accompagnati dalle urla di dolore delle anziane colpite. Continuerà Denise Carassale a dire che lui non ha mai alzato un dito contro gli ospiti? Può farlo oggi, nell’interrogatorio di garanzia davanti al gip Marta Perazzo, assistita dall’avvocato Andrea Spartà.
INTANTO nella casa alloggio di Beverino solo una delle ospiti è stata portata via dai familiari non appena sono venuti a conoscenza del blitz dei carabinieri. Gli altri nove anziani, invece, sono ancora lì. Ma come se non bastasse, i carabinieri del nucleo ispettorato del lavoro hanno individuato a Villa Luca una quarta lavoratrice in nero: si tratta di una ragazza che era stata assunta proprio di recente. Il suo nome non compare infatti nell’elenco dei dipendenti. A questo punto, come prevede la legge, il responsabile della struttura ha 48 ore di tempo per regolarizzare la sua posizione e quella degli altri tre dipendenti in nero, altrimenti scatterà la chiusura.
Multa salata invece per i due litri di latte scaduto trovati dai militari del Nas. Dal racconto degli ex dipendenti è emerso che già in passato agli ospiti sarebbero stati somministrati cibi scaduti. E la novantenne portata al pronto soccorso il 6 luglio scorso perché scivolata sulla propria urina, quando invece i medici hanno evidenziato che la caduta era stata provocata da terzi, aveva chiesto ai suoi familiari di essere portata via.
IL CASO FINISCE IN TV
IL CASO dei maltrattamenti agli anziani ospiti di Villa Luca a Beverino sarà trattato questo pomeriggio dalla trasmissione di attualità «La vita in diretta» condotta su Rai Uno da Mara Venier. Una giornalista inviata del programma ha realizzato ieri sul posto un reportage che andrà in onda oggi. E’ emerso inoltre che i carabinieri del nucleo investigativo hanno dovuto accelerare le indagini dopo aver visionato i filmati delle telecamere nascoste nell’edificio, per il rischio che a qualcuna delle ospiti potesse accadere qualcosa di irrimediabile.
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