Fiorentina: Ebeling, mito di Firenze e simbolo di Ferrara

L'uomo che portò la Liberti in A1 nel 1988 vive in Emilia con il cuore diviso a metà: "Domenica per me sarà durissima"

Ebeling è nato a Trenton il 2 gennaio 1960; con Firenze ha giocato 56 gare segnando 1477 punti

Ebeling è nato a Trenton il 2 gennaio 1960; con Firenze ha giocato 56 gare segnando 1477 punti

Firenze, 13 novembre 2017 - Gli anni d’oro, quelli pionieristici, della pallacanestro fiorentina hanno due uomini simbolo, i cui nomi ancora oggi evocano imprese straordinarie: J.J. Anderson e John Ebeling. Il primo è tornato negli Stati Uniti ormai da anni insieme al suo alone di leggenda. Rambo (come era chiamato ai tempi) vive invece a Ferrara praticamente da sempre. Da quando ha sposato Isabella nel 1989 (hanno cinque figli dai 27 agli 11 anni), la sua fidanzata conosciuta durante la prima stagione ferrarese, quando giovanissimo – era il 1982 – si trasferì nella ‘Spaghetti League’ direttamente dal Florida Southern College. Ma è da queste parti che si guadagna fama e l’amore di una città, spingendo Firenze in A1. E’ la prima volta nella storia. «Una squadra fantastica, prima di tutto fatta da amici con i quali sono rimasto in contatto», dice Ebeling con quel suo accento ‘italofiorentinferrarese’, ormai un marchio di fabbrica. «Con il passare degli anni – si schernisce – il mio italiano peggiora sempre di più invece che migliorare».

Ebeling, dica la verità, domenica per chi farà il tifo? Risponda pure serenamente, tanto a Firenze la ameranno lo stesso.

«Lo dico con la massima sincerità, ma il mio cuore sarà davvero diviso a metà. Anche se onestamente la Spal ha più bisogno della Fiorentina in questo momento».

Beh, anche la Fiorentina non se la passa bene, ultimamente.

«E’ vero, però la salvezza per la Spal sarebbe uno scudetto. C’è grande entusiasmo qui. A Ferrara non si parla di altro. La Spal ha ormai spodestato la squadra di basket, mio malgrado. Lo dico da ex giocatore e dirigente».

Ferrara vive in simbiosi con la Spal e Firenze con la Fiorentina.

«Assolutamente sì. Sono due città che vivono il calcio con la stessa passione. Mi ricordo che nll’82 quando arrivai a Ferrare la Spal era in serie C, eppure nonostante il basket fosse in serie A, si parlava anche di calcio».

Come da noi.

«Le racconto un particolare. Sulla maglia della Liberti c’era anche un piccolo cerchio viola con una specie di giglio. Pensavo che fosse il sinbolo di Firenze, invece era lo stemma della Fiorentina. Da quel momento iniziai a seguire anche i viola».

Quanta nostalgia ha di quei tempi?

«Tantissima. A Firenze sono stato trattato come un re. E poi la squadra stava vivendo un vero e proprio boom e il pubblico riempiva il palazzetto con grande entusiasmo. E poi non puoi non stare bene a Firenze è la città italiana che amo in assoluto. Anche a Ferrara sto benissimo ma la Liberti è stato il momento più alto della mia carriera e non lo dimenticherò mai».

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