Firenze, 12 ottobre 2013 - CI SAREBBERO «diversi marcatori» genetici corrispondenti al profilo di Amanda Knox sulla traccia di Dna che la corte d’assise d’appello di Firenze ha ordinato ai carabinieri del Ris di Roma di analizzare, che si trovava sul coltello recuperato a casa di Raffaele Sollecito ed è considerato l’arma che uccise Meredith Kercher. E’ la clamorosa rivelazione emersa ieri sera e confermata da fonti investigative dopo le prime analisi sull’ormai famigerata traccia «I» che i periti del primo processo d’appello di Perugia estrassero dal coltello ma non esaminarono ritenendola in quantità insufficiente a garantire risultati affidabili.

 Una decisione stigmatizzata dalla Cassazione, che anche per questo motivo ha annullato la prima sentenza di appello (quella che assolveva Amanda e Raffaele, già condannati in corte d’assise a 26 e 25 anni di reclusione) disponendo un nuovo dibattimento di secondo grado da celebrarsi a Firenze. Le analisi del Ris — cui era stato chiesto di stabilire se la traccia finora non esaminata fosse analizzabile e, nel caso, se fosse riconducibile alla vittima o a Rudy Guede, condannato a 16 anni — sono iniziate due giorni fa alla presenza dei consulenti di tutte le parti in casa e il riserbo è massimo, dato che per una risposta definitiva sono necessari altri accertamenti. I risultati saranno poi esposti in una perizia, che sarà depositata entro la fine di ottobre e discussa in aula il 6 novembre.

L’IPOTESI, a questo punto sempre più concreta, che ci sia una traccia genetica di Amanda Knox sulla lama del coltello usato per uccidere Meredith potrebbe avere forti ripercussioni sull’esito finale dell’appello-bis. Finora era noto, in base alla perizia fatta in appello a Perugia, che sull’impugnatura c’era una traccia di Amanda e la difesa della giovane americana ha sempre sostenuto che non ci fosse niente di strano, essendo la ragazza fidanzata con Sollecito ed essendo quel coltello abitualmente usato nella cucina della casa del ragazzo per tagliare il pane.

Una traccia di Dna sulla lama renderebbe credibile il mantenimento di questa tesi? E ancora: potrebbe essere sostenibile una teoria accusatoria in base alla quale si ipotizza che Amanda uccide Meredith con quel coltello e si ferisce con la stessa lama per poi andarsi a pulire nel bagno attiguo alla stanza del delitto, dando così una (possibile) risposta a quelle tracce di sangue misto delle due ragazze trovate proprio nel bagno? Per ora, solo teorie.


Gli avvocati Luciano Ghirga e Luca Maori, legali della Knox e di Sollecito, si sono limitati a far capire che sarebbero soddisfatti se fossero confermate le indiscrezioni sull’attribuzione di quella traccia genetica alla giovane di Seattle. «Se corrisponderanno al vero — ha invece commentato il legale della famiglia Kercher, l’avvocato Francesco Maresca — si conferma che il coltello è passato nelle mani di Amanda, risultando accertato che la perizia doveva essere portata a termine e fu invece lasciata incompiuta».