Isola del Giglio (Grosseto), 8 ottobre 2013 - L’hanno trovato dove lo stavano cercando, all’altezza del ponte 3 in quella parte della Concordia ancora sommersa dalle acque. Saranno ora gli esami a certificarlo, ma tutti gli indizi dicono che quel corpo in avanzatissimo stato di decomposizione sia quello di Russel Rubello, il cameriere indiano di 33 anni che lavorava nella nave da crociera naufragata nelle acque del Giglio per una sciagurata guasconeria del suo comandante, Francesco Schettino. Sono state le lamiere della nave spiaggiata a impedirgli la riemersione, come se  la stesso Transatlantico  avesse voluto cullare per oltre un anno e mezzo al dondolìo dolce del Tirreno, quel suo eroe sfortunato.

Sì, perché Russel Rebello è davvero un eroe povero di questa tragedia maledetta e scioccamente inutile che si è compiuta davanti al Giglio. Lo dicono le testimonianze. Lui, che risiedeva a Mumbai insieme alla moglie e  a un figlio di tre anni, Rhys, la sera del 13 gennaio 2012 non era al lavoro ma in cabina, costretto da uno stato febbrile che gli impediva di essere nel ristorante coi colleghi. Quando però la nave fu squarciata dallo scoglio delle Scole iniziando la sua lenta agonia, lui capì quasi subito la situazione disperata. Capì che la nave sarebbe inesorabilmente affondata. E, nonostante la febbre che lo divorava, corse al ponte  3 e 4 per aiutare i  turisti a mettersi in salvo.

 

Loro venivano ben prima del suo stato di malato. In tanti hanno raccontato di essere stati avviati su una scialuppa di salvataggio proprio da Russel. Lo ha raccontato anche un suo compagno di lavoro,   che è rimasto con lui per ore a trasbordare naufraghi, finché la Concordia non si è inclinata nel suo ultimo inchino verso gli scogli.  «Presto buttiamoci, la nave si sta capovolgendo», ha gridato allora costui prima di tuffarsi in mare, proprio un attimo prima che anche Russel lo facesse. Qualche bracciata nel buio della notte, poi  l’approdo a punta Gabbianara. E’ stato in quel momento che si è accorto che Russel non c’era. La  nave, nel suo ribaltarsi, lo aveva probabilmente intrappolato dentro di sé, non lasciandogli scampo. E forse anche per questo, per farsi perdonare quell’abbraccio mortale, lo ha trattenuto e cullato con sé  per tutto questo tempo. Un eroe ultimo.


Il corpo di Russel Rebello sarà dunque ora restituito alla famiglia che da allora lo piange. Lo condurrà fino a Mumbai il fratello Kevin, che in tutti questi mesi lo ha prima cercato e poi aspettato al Giglio. Kevin, che da allora  ha con sé una lettera che il piccolo Rhys (FOTO) aveva scritto al babbo in quel lontano gennaio del 2012: «Papà, per favore torna a casa. Ti voglio bene». La tragedia crudele e sciocca  della Concordia non ha mai concesso spazio alle favole dal lieto fine. 

Stefano Cecchi

 

 

 

COSTA: "VICINI AI FAMILIARI" - "Gli uomini e le donne di Costa Crociere desiderano esprimere la propria vicinanza ai familiari di Russel Rebello i cui resti potrebbero essere stati ritrovati oggi all'interno del relitto della Concordia". E' quanto si legge in una nota diffusa dalla società di navigazione.  "E con l'occasione - prosegue il messaggio - estendono un pensiero anche a Elio Vincenzi e la figlia Stefania che attendono ancora notizie sulla ricerca della loro amata Maria Grazia Tricarico".