Firenze, 30 settembre 2013 - Si  chiude con la decisione della Corte di nuove perizie sul Dna rinvenuto sul coltello trovato in casa di Raffaele Sollecito, la prima giornata a Firenze al processo di appello-bis per l'omicidio di {{WIKILINK}}Meredith Kercher{{/WIKILINK}}, la studentessa inglese uccisa a Perugia la notte del 1° novembre 2007. Come previsto si è trattato soprattutto di un'udienza molto tecnica centrata sulle richieste delle difese dei due imputati (Amanda Knox e Raffaele Sollecito, condannati in primo grado a 25 e 26 anni di carcere, poi assolti in appello con sentenza annullata dalla Cassazione) di una riapertura del dibattimento e di ulteriori perizie e acquisizioni testimoniali. Acquisite documentazioni fotografiche prodotte dalla difesa di Sollecito.

In pratica la Corte d'assise d'appello di Firenze (seconda sezione) ha respinto tutte le richieste della difesa, tranne quella delle perizie sul coltello, per altro richieste anche dal Pm Alessandro Crini, presieduta da Alessandro Nencini). Il processo riprenderà venerdì 4 ottobre.

 

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LE RICHIESTE DELLA DIFESA - Le difese avevano richiesto nuove perizie sulle tracce di Dna sul coltello trovato a casa di Sollecito, su una traccia spermatica sul cuscino e sul famoso quadratino di stoffa con gancetto del reggiseno della vittima trovato nella stanza del delitto. E poi nuove acquisizioni testimoniali, richieste perizie sui cellulari della vittima ("Dimostrerebbero l'ora esatta del delitto", dice l'avvocato Giulia Bongiorno, difensore di Sollecito), su tracce spermatiche che non vennero esaminate, sul computer dell'imputato, solo per citarne alcune.

L'AVVOCATO BONGIORNO (Clicca qui per ascoltare l'intervista) - Bongiorno ha molto insistito sulla "contaminazione" della stanza dove è avvenuto il delitto: "La stanza non è restata sigillata", prima del recupero degli ultimi reperti, chiedendo l'accesso a strumenti tecnici per dimostrarne la contaminazione.

IL PUBBLICO MINISTERO - Contrario, quasi su tutta la linea, il pubblico ministero Alessandro Crini che ha giudicato  le richieste delle difese "prive di quel carattere di eccezionalità previste dal codice e dai paletti messi dalla Cassazione". Secondo Crini si tratta di perizie sulle quali possono divergere i giudizi sull'esito, ma che non vanno ripetute perché inutili o perché vanno su strade "già arate" dai precedenti dibattimenti. Sulla questione della "contaminazione", Crini sostiene che le difese la argomentano in modo astratto e generico. Anche il pm Crini, però, si associa alla richiesta di nuove perizie sul Dna estratto dal coltello trovato a casa di Sollecito (e che, nell'ipotesi accusatoria, sarebbe l'arma del delitto) e chiede una nuova audizione del teste Luciano Aviello, il pentito che prima accusò del delitto suo fratello per poi ritrattare.La corte ha deciso di acoltare di nuovo il teste.

AVVOCATO DALLA VEDOVA - In apertura, l'avvocato Dalla Vedova (difensore di Amanda Knox) aveva avanzato un'eccezione di costituzionalità per un processo "che rischia di essere rinviato all'infinito" tra appello e Cassazione, sostenendo che nel caso dei processi per omicidio (dove non interviene la prescrizione, essendo previsto l'ergastolo) vengono meno i diritti dell'imputato a non essere giudicato all'infinito.

Crini ha ribattuto che si tratta di un'ipotesi astratta e che il sistema processuale è strutturato in modo da evitare, di fatto, un giudizio all'infinito.

LA PARTE CIVILE - Anche i legali di parte civile si sono detti contrari alle richieste delle difese di nuove perizie, meno che per il Dna sul coltello. L'avvocato Francesco Maresca (avvocato della famiglia Kercher) ha ribadito, prima dell'udienza, la sua convinzione "della colpevolezza di Amanda e Raffaele".

IL PADRE DI SOLLECITO - Prima dell'udienza il padre di Sollecito, Francesco, ha invece espresso la convinzione di un esito positivo del pocesso per suo figlio: ,"Siamo tranquilli, forse Raffaele un po' meno di me perché è più coinvolto in prima persona, ma siamo sereni e convinti che anche da questo processo emergerà la sua innocenza. La Cassazione ha  voluto solo chiedere ulteriori approfondimenti, non avendo tutti gli elementi in mano. Per cui sono sicuro che da questi approfondimenti verrà fuori l'estraneità di Raffaele", ha aggiunto il padre di Sollecito.

Il processo d'appello bis per l'omicidio di Meredith Kercher,  si svolge per ora in assenza dei due imputati, Amanda Knox (che ha fatto sapere di non voler venire in Italia e che resterà negli Stati Uniti) e Raffaele Sollecito (il padre ha detto che verrà a fine mese in aula), condannati in primo grado a 26 e 25 anni e poi assolti in appello, con sentenza annullata dalla Cassazione.

In aula, invece, Patrick Lumumba,come parte civile, perché ingiustamente accusato dalla Knox (condannata a tre anni per questo): "Amanda è fuggita - ha detto Lumumba - la sentenza della corte di appello le ha consentito di sfuggire alla sua punizione, doveva essere punita". 

E' rimasto "soddisfatto" per l'esito della prima udienza dell'appello bis a Firenze, Raffaele Sollecito, accusato dell'omicidio di Meredith Kercher, insieme ad Amanda Knox. Lo ha detto a uno dei suoi difensori, l'avvocato Giulia Bongiorno, che lo ha contattato al termine del procedimento. In particolare Sollecito è rimasto soddisfatto per la nuova perizia disposta sul coltello, ritenuto l'arma del delitto.

Roberto Davide Papini

 

Lumumba: "Amanda sa di essere colpevole". Le reazione dei protagonisti al processo (