Firenze, 30 settembre 2013 - "L'unico modo in cui il nostro dolore e la nostra sofferenza possano appena iniziare ad essere alleviati, è di ottenere una più chiara comprensione dei tragici eventi del 1 novembre 2007". E' un passaggio della lettera inviata all'avvocato Francesco Maresca da Stephanie Kercher, sorella di Meredith, dove spiega i motivi, legati alla salute dei genitori, che non hanno permesso alla sua famiglia di prendere parte al processo a Firenze per la morte della studentessa inglese uccisa a Perugia la notte fra il primo e il 2 novembre del 2007.

LA SORELLA DI MEREDITH: "MEZ SI MERITA LA VERITA'" - "Questi sono stati i sei anni più difficili della nostra vita - prosegue la lettera - e vogliamo poter trovare una conclusione e ricordare Meredith per la ragazza veramente meravigliosa che era, piuttosto che ricordare l'orrore che e' associato a lei. Siamo fiduciosi che le prove verranno riesaminate e che vengano concesse tutte le ulteriori richieste di prove - si legge - cosicché tutte le domande senza risposta vengano chiarite e che la corte possa decidere sulle prossime azioni in questo tragico caso. Abbiamo bisogno di sapere - si conclude il testo - che cosa accadde, e Meredith si merita per lo meno la dignità della verità".

 

LUMUMBA: "AMANDA SA DI ESSERE COLPEVOLE" - "Amanda Knox mi ha calunniato perché lei sa di essere colpevole. Voleva scappare, non essere punita. Ha voluto depistare le indagini. La Corte d'Appello le ha dato la
possibilità di scappare". Lo ha detto Patrick Lumumba, a margine della prima udienza a Firenze del processo d'appello per l'omicidio di Meredith Kercher. Amanda Knox è stata condannata a tre anni per calunnia nei confronti di Lumumba, da lei accusato in un primo momento di aver ucciso la giovane studentessa inglese
la notte fra il primo e il 2 novembre 2007. Lumumba, parte civile anche al processo di Firenze, fu scagionato dalla testimonianza di un professore svizzero che confermò il suo alibi, ovvero che la notte dell'omicidio di Meredith l'uomo si trovava nel suo pub perugino, dove aveva lavorato alle sue dipendenze Amanda. "La povera Meredith - ha aggiunto Lumumba - merita giustizia e quindi è normale essere qua". PARLA LUMUMBA (VIDEO)

 

IL LEGALE DI AMANDA: "RISCHIAMO UN PROCESSO INFINITO" -  Il rischio ora è di avere un "processo infinito", visto che l'accusa di omicidio non prevede prescrizione. Lo ha detto Carlo Dalla Vedova, avvocato di Amanda Knox in occasione dell'apertura nel nuovo processo di appello per l'omicidio di Meredith Kercher. Assieme ai legali dell'altro imputato, Raffaele Sollecito, i difensori di Amanda hanno chiesto una serie di nuove perizie e prove per arrivare al verdetto definitivo, compreso un esame sul manico del coltello che si suppone sia l'arma del delitto.

 

Agi