Prato, 27 giugno 2012 - E' morto mentre era in gita in montagna con gli amici. Per un malore su cui adesso si dovrà fare chiarezza, visto che anche altri ragazzi hanno riportato sintomi di disidratazione sotto il sole cocente. Franco Lori, undici anni, di Prato, stava compiendo un'escursione con altri settanta ragazzi del gruppo parrocchiale di Paperino, frazione alla periferia di Prato. Diversi chilometri a camminare nella natura sui monti della Calvana sotto un sole molto caldo e umido. 

A un tratto, prima di pranzo, il giovanissimo si è sentito male. Inutili i primi soccorsi degli adulti e poi dei medici, dopo il trasferimento all'ospedale Careggi in elicottero. Franco è morto per un arresto cardiaco.

Prato è sotto choc per una morte assurda e sulla quale adesso la procura ha aperto un'inchiesta, sentendo i partecipanti alla gita. L'escursione era un classico per la parrocchia, che raduna davvero tanti giovani. "Mio figlio già da tre anni compie questa escursione in questo periodo - dice un genitore - e non ci sono mai stati problemi".

"Gita in Calvana, ritrovo ore 8.30, ritorno ore 17" è scritto sul foglio bianco ancora appeso fuori dalla parrocchia di Paperino. Una settantina i partecipanti, che si sono messi in cammino di buon mattino. Con loro sedici adulti, tutti animatori del gruppo, tutte persone fidatissime insieme al parroco don Carlo Gestri. Una festa, una grande giornata da vivere insieme dopo la fine della scuola.

Tutto prosegue per il meglio, fino al malore di Franco. Il piccolo si accascia di fronte ai suoi compagni intorno alle 14, poco prima che il gruppo effettui la sosta. Scattano subito i soccorsi. Il parroco allerta il 118 che quindi mette in allarme il soccorso alpino. Franco viene portato a valle con l'elicottero del 118 e fino all'ospedale di Careggi a Firenze. Ma intanto, ci sono altri settanta ragazzi da gestire. I vigili del fuoco che accorrono nella zona impervia vedono che i ragazzi sono sotto choc e molto accaldati. "Nessuno di loro era disidratato, non è vero quello che dicono i giornali", dirà poi una mamma. La Protezione Civile decide che quei ragazzi, che avrebbero un'altra ora di cammino per tornare a casa, devono essere trasportati in elicottero. Comincia quindi un ponte aereo anche grazie a un elicottero dei vigili del fuoco di Bologna.

Il comando provinciale dei vigili del fuoco di Prato appronta, con il personale medico, un punto accoglienza di tutti i ragazzi nello stesso comando. Tutti vengono visitati: sono fuori pericolo, nessun sintomo grave, e vengono restituiti ai loro genitori che intanto, proprio fuori dal comando, aspettavano ansiosi.

Intanto si consuma la tragedia di Franco Lori. Vengono allertati i genitori, che arrivano all'ospedale di Careggi. La mamma arriva con alcuni parenti, mentre il padre, autotrasportatore, si trovava sulla costa. Raggiunge velocemente Firenze, ma trova suo figlio ormai morto. "Non voglio sentire i medici, ormai Franco non c'è più", dice disperato tra le lacrime. Un bambino come tanti Franco, con la passione per la Fiorentina e anche per il computer. "Stava un po' troppo in casa davanti ai videogiochi", dicono i genitori. Per questo lo avevano introdotto nel grande gruppo parrocchiale, per fare nuovi amici e stare all'aria aperta. "Gli piaceva il calcio ma non sapeva giocarci, era una schiappa - prosegue il padre - Ora gli amici se li farà in Paradiso".

Ma cosa davvero è successo? Come è potuta avvenire una morte del genere? E' stato pericoloso e incauto portare i ragazzi in giro con le temperature alte di questi giorni? Un'inchiesta farà luce per dare una risposta a queste domande. Potrebbe esserci un difetto congenito alla base del malore, dice il magistrato nell'aprire l'inchiesta che ancora non vede nomi nel registro degli indagati. Il magistrato ha ascoltato diverse persone e si attende di sapere se, come atto dovuto, qualcuno sarà iscritto.

Sul piccolo Franco è stata tentata ogni tipo di rianimazione, compresa la circolazione extracorporea, purtroppo senza alcun esito. "Accertamenti sulle cause del decesso sono adesso in corso'', ha detto Valerio Del Ministro direttore sanitario dell'azienda universitaria ospedaliera fiorentina di Careggi.

''Stavamo camminando da un po', eravamo quasi in vetta quando ci hanno detto che un bambino si era sentito male. Mi sono voltata e lo stavano soccorrendo''.

E' il racconto di una bambina di dieci anni che faceva parte del gruppo soccorso oggi sulla Calvana a Prato.
''Avevamo un po' caldo ed ero un po' stanca - aggiunge - ma eravamo tranquilli. E' una gita che facciamo ogni anno ed e' sempre stato divertente''.

I genitori dei bambini intanto riprendono i loro figli, portandoli a casa per cercare di dimenticare la tragedia. Nessuno delle mamme e dei papà getta la croce addosso agli organizzatori, persone definite affidabili che compievano con i ragazzi ogni anno questa escursione.

''Avevamo acqua con noi ed eravamo equipaggiati per l'escursione'': a parlare e' uno degli accompagnatori dei ragazzi che sono stati soccorsi durante una gita sul monte Calvana a Prato. ''Se faceva caldo, si', ma come al solito'', ha risposto l'accompagnatore ricostruendo anche quanto e' accaduto quando si e' sentito male il bambino undicenne poi morto.

''Eravamo molto piu' avanti - racconta - poi ci hanno avvertito che qualcuno si e' era sentito male. Abbiamo aspettato un po' poi siamo ripartiti e andati oltre, ma alla fine ci hanno bloccato''. Solo i ragazzi che erano piu' vicino all'undicenne si sarebbero accorti di quanto stava succedendo. Poi c'e' stato il passaparola tra i gruppi di ragazzi che partecipavano alla gita.

Condoglianze sono arrivate dal vescovo di Prato e dal sindaco. Lo stesso vescovo si è recato in questura, per avere delucidazioni su quello che è accaduto, andando poi a visitare una famiglia. Una mamma e un papà che hanno visto partire il loro figlio per una giornata di festa. Senza più vederlo tornare.