Rondine candidata al Nobel: il sottosegretario Lotti nel Borgo a lanciare la campagna. Arrivano anche i "nemici" di mafia

La Cittadella proposta da Marina Sereni, è tra le 60 associazioni nel mondo a battersi per il riconoscimento. Ieri evento a Roma per la notizia

Gli studenti di Rondine con Marina Sereni e Franco Vaccari

Gli studenti di Rondine con Marina Sereni e Franco Vaccari

Arezzo, 10 luglio 2015 - «So che a Rondine sta crescendo una nuova generazione, anzi un nuovo genere di leader del mondo, leader che abbiano il coraggio del dialogo, che sappiano cercare, scavare per capire le ragioni dei conflitti. Oggi il mondo ha grande bisogno di questo coraggio e per questo ho avuto l'idea di candidare Rondine al Nobel per la Pace 2015 e sono molto felice di dirvi che la candidatura é stata accettata».

Così la vice presidente della Camera Marina Sereni, accogliendo i ragazzi di Rondine, un'Associazione che nel borgo ospita per due anni giovani provenienti da Paesi in conflitto tra loro.

«Ho incontrato per la prima volta l'Associazione Rondine - ha raccontato Marina Sereni - nel 2013 e sono rimasta molto colpita dalle parole dei ragazzi. Mi venne la curiosità di conoscere più da vicino questa esperienza e decisi di andare a visitare Rondine. La scintilla che avevo sentito nel primo incontro era giusta: Rondine Cittadella della Pace é un luogo straordinario, dove é possibile vivere un'esperienza profonda e semplice al tempo stesso.

I ragazzi e le ragazze di Rondine nella convivenza, nel quotidiano, sperimentano che non è possibile rimuovere i conflitti ma che invece è possibile affrontarli e gestirli, cercando di cogliere le ragioni dell'altro attraverso gli strumenti del dialogo e della diplomazia dal basso. Questi giovani sono il futuro, saranno i leader di domani, vengono spesso da Paesi in guerra - conclude - diventeranno costruttori di dialogo e di pace. La candidatura al Nobel è un punto di partenza non di arrivo». E non a caso è partita la campagna per lanciare al meglio la candidatura.

Verrà il sottosegretario Luca Lotti a Rondine proprio per coordinare questa campagna. Mentre il presidente Franco Vaccari ha accolto un'altra richiesta arrivata sempre alla Camera dal segretario della Cei Galantino. Estenderà le porte dell'accoglienza ai "nemici" di mafia: dunque prendendo i figli di famiglie rivali. Allargando quelconcetto di nemico sul quale ha costruito i suoi 18 anni di attività. 

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"La cosa più mportante che facciamo è vivere insieme". Noa, senza l'accento come la cantante che poi è del resto un'altra grande innamorata di Rondine, arriva da Tel Aviv, che non è esattamente uno dei posti più tranquilli della terra. E' israeliana di nome e di fatto, e in quanto tale ha fatto e farà i suoi anni di servizio militare in una terra che senza le armi non si alza e non cammina. Ma è una delle studentesse del progetto e ha capito tutto il segreto della cittadella della pace.

E magari era anche lei stamani a Roma: per suonare il campanello della Camera (senza accento ma con la maiuscola perché non è la stessa camera che a Rondine divide con una ragazza palestinese) e farsi aprire dal mondo. Il mondo, una variabile che non ti è estranea se da Tel Aviv o da Jaffa o dal Sudan saluti parenti e amici per andare a vivere a Rondine. E che è la dimensione naturale di un Nobel. Il Nobel della pace.

Il Premio Nobel (senza accento soprattutto sulla e) è la dimensione che da oggi coinvolge Rondine. Candidata al Nobel della pace. Non da oggi, perché questo è un premio dove gli inviti li fai a febbraio, anche se non è una festa in maschera, anzi,malgrado le apparenze è tutto vero. Ma perché è oggi che quell'invito è diventato  ufficiale.

Dalle labbra di chi apre la porta della Camera al suono del campanelllo: la vicepresidente Marina Sereni. Che è del Pd, storia nella quale confluisce dalle radici umbre incrociate a quelle della vecchia Fgci, e innamorata di Rondine. E ha deciso di invitare Rondine a Oslo: e lo ha annunciato con grande enfasi, raccogliendo l'applauso di tutti i presenti

Oslo? Lei, senza accento e senza Svezia e quindi non capisci cosa diavolo c'entri con il Nobel: c'entra, perché questo premio, quando prima o poi qualcuno lo vince, lo danno lì e non a Stoccolma. Sia che lo vinca Obama, come lo ha vinto davvero, sia che lo vinca un'associazione no profit o una onlus. Rondine è una delle 60 in lizza per vincerlo nel mondo. E insieme una delle 273 candidature dalle quale pescare il biglietto aereo per Oslo.

Vincere è quasi più difficile che battere la zia del piano di sotto al Bingo. Ma in realtà in questo giochino chi è invitato vince lo stesso. E non a caso a suonare il campanello alla Camera (lo sappia Marina Sereni e si organizzi) c'era una truppa di centinaia di persone: decine di ragazzi dello studentato, i volontari, gli impiegati e le famiglie, il presidente Franco Vaccari con l'abito buono di cotone inglese. E poi gli imprenditori per la pace (purtroppo senza Peppino Baracchi che a questa idea ci aveva creduto per primo e più di tutti e che è andato a morire quando la candidatura già c'era ma era ancora segreta), i soci dell'associazione, le rondini d'oro, che poi sono gli studenti tornati nella loro terra ma rimasti legatissimi al borgo sull'Arno.

E tante autorità: il sottosegretario alla presidenza del consiglio Luca Lotti (che è renziano perfino più di Renzi), l'ambasciatore americano Kennet Hackett, il segretario generale della Cei Nunzio Galantino. E poi il Cardinale Gualtiero Bassetti, l'Arcivescovo Riccardo Fontana e il sindaco Alessandro Ghinelli ("per me è un orgoglio avere nel territorio un arealtà come questa" ha confermato al microfono) e la vicepresidente del consiglio regionale Lucia De Robertis. Roba che a Oslo ci penseranno sei volte prima di farla vincere o sarebbe il primo caso di invasione della Norvegia moderna.

Rondine alla Camera ogni anno fa il punto del suo anno di lavoro, di traguardi e sconfitte perché ci sono anche quelle, di obiettivi possibili ma anche no. E la Camera risponde con la candidatura al Nobel, poco accento e tanto pepe.

Unico ente in Italia che possa dirsi in corsa per Oslo, che è una bella corsa essendo parecchio lontana. Nobel per la pace, una parola che Rondine ha messo nel nome sociale forse per evitare di parlarne troppo, perché è l'unico ente candidato a quel premio che alla parola pace preferisca la parola "conflitto", da capire e disarmare. 

Ma la candidatura è lì, con tanto di motivazione anche in inglese. Un biglietto da visita che a questo punto aprirà un mucchio di porte e magari (fanno comodo anche quelli) di finanziatori. Ma è soprattuto il riconoscimento ad un'idea semplice semplice: perché non mettiamo due nemici a vivere  e studiare insieme per vedere se è davvero possibile?

"La cosa più importante che facciamo è vivere insieme". Noa ha capito tutto, è proprio così. Basta quello, così come al Nobel in fondo basta essere candidati: anche se poi la voglia vien mangiando, lo "stadio" è di quelli che ti prendono alla testa, Oslo dicono non sia niente male. E in fondo tra quei 273 uno che vince c'è: con l'accento e, bando all'avarizia, anche con l'apostrofo.

Alberto Pierini