Arezzo, 13 giugno 2012  - Alcuni chili di vecchie monete, da 100 e 200 lire, che si ritiene utilizzabili per rendere piu' offensivo un eventuale ordigno. Poi cavi, corde, batterie, nastro isolante, guanti di gomma, qualche scatola di zampironi, colle, taglierini e forbici.

E' il materiale sequestrato dai carabinieri del Ros in un appartamento del centro di Bologna, nella camera di uno studente di 24 anni, originario dell'aretino, trasferitosi da poche settimane in citta'.

La perquisizione e' avvenuta nell'ambito dell'operazione dei militari coordinati dalla Procura di Perugia, accertati i contatti dello studente con Alessandro Settepani, uno dei dieci anarchici arrestati. Il giovane, originario dell'aretino e iscritto all'ateneo di Modena, e' infatti conosciuto come attivista di area anarchica, pur senza particolari precedenti.

Al momento del blitz, non era a Bologna, ma a casa dei genitori ad Arezzo e li' e' stato quindi raggiunto. Prima della perquisizione non risultava indagato. Nella camera e' stato trovato anche materiale scritto, scaricabile da internet, come volantini della Fai. E' stato sequestrato anche un computer.

La perquisizione della camera del giovane anarchico aretino è stata effettuata nell'ambito dell'operazione del Ros contro appartenenti alla Federazione anarchica informale (Fai) e al Fronte rivoluzionario internazionale (Fri). Le accuse riguardano, tra l'altro, gli attentati del 2009 alla Bocconi, al Cie di Gradisca d'Isonzo; al dg di Equitalia a Roma, la Deutsche Bank di Francoforte e l'Ambasciata greca di Parigi nel 2011.

Le ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state emesse dal gip del Tribunale di Perugia, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti dei maggiori esponenti dell'organizzazione terroristica che aveva effettuato i più recenti attentati con ordigni esplosivi in Italia ed all'estero.

GLI ARRESTI - Il bilancio dell'operazione del Ros è di 10 arresti. Nell'ambito di questa indagine un arresto a Genova anche se non direttamente connesso all'agguato di Roberto Adinolfi, Ad della Ansaldo Nucleare, avvenuto a Genova il 7 maggio scorso. In manette da questa mattina: Stefano Gabriele Fosco, 50enne abruzzese residente in Toscana, la sua compagna Elisa Di Bernardo, 36enne toscana, l'amico dell'aretino Alessandro Settepani, 26enne originario del ternano residente a Perugia, Katia Di Stefano, 29enne anche lei toscana ma residente a Roma, Giuseppe Lo Turco, 23enne catanese residente a Genova, Paola Francesca Iozzi, 31enne marchigiana domiciliata a Perugia e Giulia Marziale, 34enne abruzzese domiciliata a Terni e una vecchia conoscenza di Arezzo, Sergio Maria Stefani, 30enne romano.

L'anarcoinsurrezionalista Stefani fu
protagonista di un clamoroso caso giudiziario suggellato da una sentenza di condanna e da violenti scontri al termine del processo. Sergio Stefani e la giovane fidanzata furono accusati di aver costruito e piazzato una bomba rudimenatle a un passo dalla macelleria "Alfredo" in via Cavour.
 
Era la notte del 19 marzo 2004. La bomba non esplose per miracolo. Era un ordigno rudimenatle, fatto di bombole da campeggio, due molotov e un innesco di diavolina. Le indagini dei carbinieri giunsero al gruppo di anarco-insurrezionalisti di cui Stefani era il personaggio principale.

La sentenza di accusa in tribunale fu seguita da sommosse e dalla carica della polizia, lungo il Corso, in cui ci furono violenti scontri fra carabinieri, polizia e  manifestanti.