Le Giubbe Rosse sono fallite, è la fine di un'epoca

La società "GR Srl" è stata dichiarata fallita, ma potrebbe spuntare in extremis un salvatore che rilevi il locale con un'offerta superiore ai 2,2 milioni di euro. Il futuro dello storico caffè è appeso a un filo

Una foto storica delle Giubbe Rosse

Una foto storica delle Giubbe Rosse

Firenze, 23 dicembre 2018 - Il tribunale ha dichiarato il fallimento di «GR srl», ultima società ad aver gestito le Giubbe Rosse tramite la controllante «Nuova GR srl». Si occuperanno del crac milionario il giudice delegato Rosa Selvarolo e il curatore fallimentare Valerio Pandolfi, già commissario giudiziale l’estate scorsa quando fu data la possibilità di presentare una proposta di concordato. Respinta al mittente. Fallimento ufficializzato ieri, venerdì 21 dicembre, nonostante il ritiro in extremis di due istanze di fallimento, dell’imprenditore Carotti e della società Ice Company. 

Il pm nella istanza per la dichiarazione di fallimento e in udienza si è mostrato irremovibile: «la società versa in uno stato d’insolvenza irreversibile». Il giudice delegato Rosa Selvarolo ha rimesso il procedimento, per la decisione, al collegio composto anche dal presidente Silvia Governatori e dal giudice Cristian Soscia. Entro trenta giorni i creditori potranno presentare al curatore domanda di insinuazione al passivo. Il Tribunale ha disposto tre mesi di esercizio provvisorio perché «la cessazione immediata dell’attività potrebbe determinare un danno grave: verrebbe azzerato il valore dell’avviamento e si perderebbe il kow how». Il passivo della società al 31 luglio ammontava a 3.459.712,68 euro. «Un attivo effettivo e potenziale di 348.599,37 euro non è in grado di coprire gli ingenti debiti della società, scaduti». «Costante la perdita d’esercizio: 484.006,61, periodo 1°gennaio-31 ottobre 2018». L’esame dello stato passivo davanti al giudice delegato è stato fissato l’11 aprile La procura verificherà proporzioni (e cause) del buco. Tra gli effetti di carattere patrimoniale a carico della proprietà, la perdita dell’amministrazione e della disponibilità dei propri beni, pur conservandone la proprietà.

Si chiude un'era, ma potrebbe aprirsene un’altra dando modo alle Giubbe Rosse di continuare a vivere. Mirco Carotti, imprenditore della ristorazione, contitolare o titolare di alcuni locali (Pesce Rosso, Lorenzo de’ Medici, La Forca) attraverso Srl ‘Giglio5’ della quale è amministratore è di nuovo pronto a depositare, lunedì 24 domanda di concordato preventivo. Con proposta d’affitto del ramo d’azienda.

Carotti ha già acquisito il marchio Giubbe Rosse; ha rilevato da da alcuni creditori parte dei crediti vantati nei confronti della società fallita («l’85% del passivo GR» affermano professionisti del suo entourage) e anche della controllante Nuova GR ; ha depositato in Tribunale un piano industriale da sottoporre ai creditori. Pronto a coprire il mancato aumento di capitale sociale da parte della controllante Nuova GR, l’imprenditore prospetta il pagamento integrale dei creditori privilegati (a parte alcuni, ‘rimborsati al 32%) e di quelli chirografari (al 30%); di saldare il debito verso i dipendenti, circa 200mila euro, mantenendo gli ultimi livelli occupazionali (6-7); di ridiscutere il canone d’affitto con la proprietà dell’immobile, l’ultimo intorno ai 25mila euro al mese; di avviare i lavori d’un laboratorio di pasticceria artigianale e di apertura dell’attività con la nuova gestione come da business plan allegato.

L’impegno, cioè il costo di questo concordato – così fanno filtrare i professionisti che assistono carotti – supera i 2milioni e 200mila euro. serve che la proposta venga accolta, a patto però che siano mantenuti marchio e continuità aziendale: che venga definito un contratto d’affitto-ponte con la proprietà dell’immobile per «tutelare l’integrità dell’attivo concorsuale. ovvero, per non far crollare il valore della licenza commerciale (unico vero patrimonio del fallimento)» stimato dal potenziale acquirente tramite perizia «in 876mila euro».

Il ‘pacchetto’ dovrà essere valutato da un comitato dei creditori. E comunque nei tre mesi di esercizio provvisorio potrebbero pervenire altre proposte. Carotti è stato il primo a muoversi, da tempo e fino ai giorni immediatamente precedenti la dichiarazione di fallimento, ha tentato un accordo in extremis con Carmelo Antonio Condello, presidente del CdA di GR srl, al quale i soci avrebbero tuttavia ‘raccomandato’ di non sottoscrivere alcun atto in mancanza di una delibera dell’assemblea. In quelle ore frenetiche per la proprietà venuta meno, sarebbe pervenuta a Carotti una richiesta (da mezzo milione) per ottenere il via libera. Non se n’è fatto di niente.

Tale scenario non esclude che – nell’arco di tempo dell’esercizio provvisorio – non venga data pubblicità (sempre nell’ottica della massima tutela dei creditori) per avviare la procedura competitiva: un’asta insomma.

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