Rubinacci, sindacalista del pallone "Tra i dilettanti vive la passione"

L’ex giocatore ora è membro dell’Associazioni calciatori "Abbiamo lottato per i ristori, questo calcio va difeso"

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Riuscirà tutto il calcio dilettantistico – dalla serie D alla Terza categoria – a rimettersi in moto? L’interrogativo è quanto mai pertinente a un mese o poco più dall’inizio dell’attività ufficiale. Un interrogativo al quale nessuno al momento sa rispondere. "E’ ovvio – esordisce Raffaele Rubinacci, collaboratore dell’Associazione italiana calciatori per la Toscana e la Liguria – che tutti noi ci auguriamo un ritorno alla normalità: gli ultimi due anni sono stati molto difficili, anche se noi come Aic abbiamo cercato a tutti i livelli di far emergere una realtà, quella del calcio dilettantistico, che non tutti, a cominciare anche da un ministro… dello sport, conoscevano a fondo".

Rubinacci è dunque “un sindacalista del pallone”, quel pallone “figlio di un Dio Minore” che ha però tante storie e al tempo stesso rappresenta lo specchio di paesi, piccoli centri, anche semplici borgate. "Il calcio vero, quello dove la passione della gente – racconta – viene prima di tutto". In questi due anni difficili alle spalle, con l’attività condizionata pesantemente, l’Associazione italiana calciatori non è rimasta con le mani in mano. "Intanto – spiega Rubinacci - c’è da sottolineare che grazie alle nostre iniziative, il calcio dilettantistico ha ottenuto i ristori messi in atto dal Governo per contenere gli effetti devastanti della pandemia. In serie D, i calciatori con un regolare contratto sono stati messi al sicuro. Ci siamo battuti per tutti e su più fronti, anche con il riconoscimento verso coloro nelle categorie inferiori, con accordi registrati, che non avevano altre forme di reddito".

Ma è chiaro che l’impegno dell’Aic continuerà a tutto tondo anche per la tutela legale e assicurativa, senza dimenticare – come ha ribadito Rubinacci – "durante la pandemia l’Aic ha messo a disposizione una bella somma a fondo perduto per fare fronte, a livello nazionale, alle emergenze che sono emerse nel calcio dilettantistico". "Anche se si può fare sempre meglio – conclude Rubinacci – credo che le battaglie portate avanti sugli accordi pluriennali, sulla qualità dei rapporti fra società e tesserati, sull’istituzione di un fondo di solidarietà di natura pensionistica, per la tutela e assistenza medica e assicurativa, abbiano contribuito alla crescita del movimento. Certo non ci voleva questa maledetta pandemia. Ma siamo pronti a rimboccarsi di nuovo la maniche”. E se lo dice uno che (cit. Luciano Ligabue) ha fatto “una vita da mediano, a recuperar palloni", c’è da essere certi che l’impegno verrà mantenuto.