Calcio, gli 80 anni di Fascetti: un artigiano della panchina

Buon centrocampista, poi allenatore sanguigno e senza ipocrisia. Festeggerà nella sua Viareggio

Eugenio Fascetti in panchina

Eugenio Fascetti in panchina

Viareggio, 22 ottobre 2018- E’ uno dei personaggi più amati del calcio italiano forse perché dice sempre quello che pensa. Senza ipocrisia. Un “artigiano” della panchina, amante del suo lavoro, che ancora oggi potrebbe insegnare a tanti giovani profeti del calcio italiano che però non hanno la saggezza e quell’essere pragmatico che ha sempre caratterizzato il suo operato. Domani, 23 ottobre, Eugenio Fascetti, classe 1938, compie 80 anni, un traguardo importante per un uomo vero, che al calcio italiano ha dato tanto e ricevuto tanto.

Eugenio, per tutti Neno, li festeggerà a Viareggio e nella sua Versilia terra che ha sempre amato e dove tornava sempre nelle tappe di una lunghissima e apprezzata carriera. Iniziata prima da giocatore, bravo centrocampista, nel Viareggio per poi toccare squadre importantissime come il Bologna, la Juventus (dove ha vinto lo scudetto 1960-61) e la Lazio squadra che ha sempre avuto nel cuore e vedremo poi anche il perché. Quindi la chiusura da giocatore nel Viareggio e l’esordio da tecnico nella Fulgor Cavi di Latina, una delle tantissime squadre aziendali dell’epoca. Era il 1970 poi Neno si è diplomato al Supercorso di Coverciano e ha iniziato la sua scalata al successo a Varese dove insieme a lui come dirigente c’era un giovane Beppe Marotta. Poi un girovagare sulle panchine di mezza Italia: Lecce, Lazio, Avellino, Torino, Verona, Lucchese, Bari, Vicenza, Fiorentina e Como. Ma perché Neno ama tanto la Lazio ed è ricambiato nell’affetto dai tifosi biancocelesti. Per due motivi Nel 1986 i giallorossi salentini già retrocessi fecero il colpo sensazionale di vincere all’Olimpico impedendo alla Roma di conquistare lo scudetto che andò alla Juventus.

Nell’1986 -87 salvò da allenatore la Lazio che in B partiva dalla penalizzazione di -9 e all’epoca le vittorie valevano due punti. Un’autentica impresa, suggellata la stagione successiva con la promozione in serie A dell’Aquila biancoceleste. Ecco perché per i laziali Fascetti è un mito. Neno è anche l’uomo che ha scoperto e valorizzato tanti giocatori. In particolare il genio di Antonio Cassano. Che plasmò quando sbocciò da talento precocissimo nel Bari facendolo debuttare in A. Cassano, che Neno ha trattato come un figlio, è rimasto attaccatissimo a Fascetti che è stato l’unico allenatore che ha invitato al suo matrimonio.

Da tempo Fascetti si gode il suo mare di Viareggio e dispensa la saggezza di uomo di quel calcio che non abbiamo più. Come non abbiamo più tecnici come Fascetti. Il quale non si scomponeva se li chiedevano se lui nell’era in cui cominciava a imperversare la zona giocava con il libero staccato. Ma le sue squadre, molto spesso vincenti in A e B, davano tutti e i suoi giocatori davano tutti a un tecnico e un uomo che ci manca, anche se in Tv i suoi interventi da opinionista mai banali e sempre attenti sono gettonatissimi. Auguri e un grande abbraccio Neno per un traguardo bellissimo anche se ci manchi sul campo e nel dopogara.