LE NOSTRE INCHIESTE / Versilia e Toscana in crisi: il contributo di voi lettori

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Uno stabilimento balneare in Versilia, in un'immagine d'archivio

Uno stabilimento balneare in Versilia, in un'immagine d'archivio

Versilia (Lucca), 14 agosto 2019 - Sono nato a maggio del 1961. A giugno ero già a Viareggio, via Roma, casa in affitto. Da allora non abbiamo saltato una stagione, assestandoci a Lido di Camaiore, scegliendo una casa che si adattasse alle mutate esigenze della famiglia: nonni, fratelli, sorelle. Mio padre tipografo, mia madre sarta. Una casa con tre figli e nonni. Mi chiedo, oggi, come abbiano fatto. Fino all’età scolare di mia sorella siamo sempre andati due mesi, giugno e luglio. A Lido, Bagno Mané, dal mitico Romano. Anche quest’anno, stesso copione: con mamma, babbo e nipote. E non mancano le capatine invernali, anche solo per fare due passi a Viareggio o per mangiare una pizza alla Rusticanella. E’ cambiata la Versilia? Non lo so. Noi di sicuro. Di certo aspettiamo il momento per fissare la casa con la stessa emozione di quando la pagava il mio babbo. Quando finirà? Spero il più tardi possibile.

La lettera di Fausto Beccai

Caro Signor Fausto,

la ringraziamo per la sua bellissima lettera e ringraziamo anche tutte le altre lettrici e tutti gli altri lettori che ci hanno scritto durante l’inchiesta sul turismo promossa dalla nostra Direttrice Agnese Pini. L’aspetto più bello, nelle sue righe, è il fatto che per lei l’attesa di oggi abbia pari intensità a quella di ieri: il suo affetto per la Versilia è immutato. Nostalgia? No. Secondo noi significa che, al di là dei problemi e delle ferite, la Toscana e la Versilia in particolare hanno ancora una marcia in più. C’è crisi, ci sono meno soldi e c’è meno slancio. Ma finiamola col piangerci sempre addosso. Ci sono tesori da mettere a frutto: sono i valori che una terra trasmette di generazione in generazione, il suo carattere, la sua potenzialità, la sua bellezza. E sono questi valori, caro Fausto, che vanno messi alla base di ogni programma di rilancio da parte di qualsiasi imprenditore. Occorrono la forza e l’umiltà di recuperare l’entusiasmo. Honoré de Balzac scriveva che «l’uomo muore una prima volta nel momento in cui perde l’entusiasmo». Ci vogliono idee e vivacità per arricchirsi. Prima dentro. E poi in banca.

Alessandro Antico