"Eccessivo il panico sulle varianti del coronavirus"

Per Maggi il problema vero è il fatto che, essendo più trasmissibili, aumentano la pressione sugli ospedali

Il professor Fabrizio Maggi

Il professor Fabrizio Maggi

Camaiore (Lucca), 20 febbraio 2021 - «Le varianti del Covid-19 vanno mappate e studiate approfonditamente, ma non si deve esagerare creando panico". Il professor Fabrizio Maggi dirige il laboratorio di Microbiologia dell’Asst Sette Laghi di Varese: chi analizza ogni giorno il ‘male’ da vicino può anche rischiare di consolare o drammatizzare su un tema oramai presente nella vita di ognuno, ma soprattutto deve essere obiettivo sulle ricerche effettuate.

Da settimane i mutamenti del virus tengono banco nel mondo insieme all’approvvigionamento degli antidoti contro la peste del terzo millennio. Il professor Maggi, camaiorese, 57 anni, è stato il primo ad identificare in Italia un caso di variante brasiliana. E’ accaduto il 25 gennaio scorso, quando ha rilasciato un’intervista al nostro giornale prima di approdare, con il suo laboratorio di Microbiologia, in tutte le televisioni nazionali e non solo, per spiegare cosa fosse questa diversa e preoccupante mutazione.

«Ciò che sappiamo adesso di certo – prosegue Maggi – dai dati che abbiamo rilevato, è che la variante inglese risulta essere più trasmissibile delle altre: in sé quindi non più grave, bensì più preoccupante per le conseguenze che ne possono derivare: ovvero il sovraffollamento dei punti di Pronto Soccorso e dei reparti ospedalieri: il che crea certamente una maggiore preoccupazione".

Del resto è stato il primissimo lato critico di una maledetta storia cominciata un anno fa e ancora in corso. Ma il fatto che in questi giorni preoccupa maggiormente sta anche e soprattutto in una presunta resistenza ai vaccini disponibili. Tutti li abbiamo attesi e adesso confidiamo nella loro bontà a trecentosessanta gradi. "In letteratura risulta che alcune varianti di Covid sono in effetti più resistenti al vaccino che si sta somministrando e dunque anche agli anticorpi che un soggetto che ha superato il Covid sviluppa – prosegue il professor Maggi – . Da questo deriva un problema se mai di ‘reinfezioni’. Specie nella variante sudafricana, per adesso da evidenze di laboratorio, si desume proprio questa maggiore resistenza tanto che in Sud Africa il vaccino Astra Zeneca era stato sospeso e ritirato".

Maggi prosegue quindi il suo lavoro certosino di studio dei mutamenti del virus: il Covid sta creando una geografia ‘spauracchio’ che abbisogna solo di scienza e rimedi in un sistema troppo spesso risultato debole perché impreparato.