E' morto Vando D’Angiolo, il re del marmo

Nato ad Azzano, è stato un self made man capace di lanciare nel mondo il colosso Campolonghi

Una cava di marmo. Nel riquadro, l'imprenditore

Una cava di marmo. Nel riquadro, l'imprenditore

Forte dei Marmi, 28 dicembre 2019 - Addio al re del marmo, titolare del colosso Campolonghi. Ieri pomeriggio nella sua casa di Vittoria Apuana si è spento Vando D’Angiolo, 87 anni, imprenditore di razza e filantropo. Un self made man dal destino che ne ha premiato il vivace spirito di iniziativa: nato ad Azzano è rimasto orfano di padre giovanissimo. Facendo il pastore, si è diplomato ragioniere per poi laurearsi in Economia e Commercio all’Università di Pisa nel 1957 e involarsi in una carriera impenditoriale che l’ha lanciato nel mondo. Già dopo il diploma ha iniziato a lavorare alla Henraux di Querceta entrando in contatto con grossi personaggi del mondo della cultura e dell’arte. Nel 1962 la decisione di fondare la Freda Marmi e nel 1968 l’ingresso nella Campolonghi Italia: da lì la fortunata intuizione di dar vita a una missione aziendale unica costituendo Campolonghi group. Il gruppo negli anni ha avuto una crescita esponenziale, con oltre 300 dipendenti diretti e 150 indiretti, fatturati da capogiro grazie allo spirito di iniziativa di D’Angiolo che è riuscito a mantenere un rapporto di stretta collaborazione con il proprio personale (tanto da festeggiare i propri compleanni con brindisi in azienda) declinando l’attività anche a manifestazioni culturali e artistiche.

Si è interessato al sociale sia come socio Rotary che avvicinandosi al movimento del volontariato italiano, ricoprendo per 8 anni la carica di tesoriere della federazione nazionale delle pubbliche assistenze: per ricordare la madre, dette vita alla Fondazione Mite Giannetti D’Angiolo onlus, con lo scopo di dare assistenza agli studenti della scuola dell’obbligo della montagna seravezzina. La Fondazione ha anche finanziato la costruzione della celebre cappella cimiteriale del cimitero di Azzano progettata dall’archistar svizzero Mario Botta con un’opera dello scultore Giuliano Vangi. Tantissime le attestazioni di prestigio ricevute dal patron Campolonghi a cui nel 2013 è stato assegnato il “Campano d’oro”, consegnato ogni anno ad un ex-allievo dell’Ateneo pisano che si è distinto nel campo della cultura, della scienza, dell’industria, delle professioni. Ma già nel 1970 è stato nominato Cavaliere della Repubblica, poi Cavaliere Ufficiale, Commendatore e, nel 2002, Cavaliere del Lavoro. D’Angiolo lascia la moglie Paola, i figli Giuliano e Stefano e il fratello monsignor Danilo D’Angiolo. La camera ardente sarà allestita stamani alle 9,30 al centro studi alla Campolonghi; i funerali domani alle 15 nella chiesa di Vittoria Apuana, poi la tumulazione nella tomba di famiglia a La Cappella. Lutto nel mondo lapideo, con il presidente degli industriali di Massa Carrara Erich Lucchetti che esprime il proprio cordoglio. «Con Vando D’Angiolo, che tutti ricorderemo sempre per la signorilità e le straordinarie doti imprenditoriali, se ne è andato uno degli ultimi e più stimati protagonisti di una lunga stagione della nostra storia industriale. E’ stato un solido punto di riferimento nell’esplorare nuovi mercati e nuove modalità di collaborare con artisti e grandi architetti di tutto il mondo. Tutti conoscono il marmo di Carrara, ma se le nostre imprese oggi sono apprezzate anche per la capacità di lavorare tutte le pietre, molto lo dobbiamo a lui". Francesca Navari © RIPRODUZIONE RISERVATA