Una pietra d’inciampo per Lippi Francesconi

Psichiatra, fu ucciso per il suo rifiuto di applicare sui prigionieri metodi disumani. Ideò il primo manifesto del Carnevale

All’ingresso dell’ospedale di Maggiano – giovedì alle 8.30 – verrà apposta una pietra d’inciampo in ricordo dello psichiatra Guglielmo Lippi Francesconi, che è stato direttore dell’ospedale psichiatrico, eroe della resistenza e difensore dei diritti umani. Fu ucciso dai nazisti per il suo rifiuto di applicare sui prigionieri gli strumenti più disumani della psichiatria.

Come primario si distinse infatti per la sua ferma opposizione all’uso della camicia di forza e per la volontà di ridare dignità ai malati ricoverati nella struttura. Dal 1942 ebbe posizioni sempre più contrastanti con le richieste del fascio di Lucca. Nell’estate del 1944 i rapporti si fecero sempre più tesi e sfociarono nella sua uccisione, nel settembre 1944, nell’Eccidio della Certosa di Farneta. Nel 2000, durante un congresso di psichiatria italo-tedesca, il professor Michael Von Cranach ricordò Lippi Francesconi come “uno degli esempi più luminosi in Europa di opposizione all’uso della psichiatria come strumento di sopraffazione e di violazione della dignità della persona…”.

Ma Lippi Francesconi era anche un grande appassionato di arte: nel 1933 strinse un forte legame anche con il pittore Lorenzo Viani che curava a Nozzano per i continui attacchi d’asma. Il suo talento “esplose” anche in campo artistico: è infatti fu proprio Lippi Francesconi a vincere, nel 1925, il primo concorso per il manifesto del Carnevale di Viareggio. Oggi la sua tomba, assieme a quelle della moglie e del figlio Pier Luigi, è collocata a Vecoli, sulle colline che separano l’Oltreserchio dalla Valfreddana.

Alla cerimonia d’inaugurazione della pietra d’inciampo - ’iniziativa dell’artista tedesco Gunter Demnig per depositare, nel tessuto urbanistico e sociale delle città europee, una memoria diffusa dei cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti – parteciperanno il sindaco di Lucca Alessandro Tambellini, l’assessore regionale Nardini e la presidente della Fondazione Mario Tobino, Isabella Tobino.