Una magia di cartapesta che incanta

Allegrucci, Lebigre e Avanzini affascinano al primo impatto. Ma è un lavoro corale che rilancia ancora il gigantismo

VIAREGGIO

Un bel regalo di compleanno per il 150° anniversario del Carnevale. Una giornata mite, riscaldata dal sole e confortata dal buon livello dei carri. Sparita completamente la satira politica, almeno tra i carri grandi – e non è una novità – abbiamo percepito un rinnovato impegno dei costruttori. Molte le costruzioni buone, alcune ottime. Garantiti anche la complessità e il gigantismo: Viareggio resta leader tra i carnevali-spettacolo.

Rischiando come sempre un azzardo, basato sulla prima impressione, diremo che tre carri sopra tutti ci hanno colpito: quelli di Allegrucci, Lebigre e Avanzini.

“Una storia fantastica” di Jacopo Allegrucci propone un cantastorie, con fisarmonica e grancassa, che ci racconta la storia del Carnevale. La figura principale è notevole, ma anche il retro della costruzione – sorta di museo della manifestazione, con citazioni di carri storici in evidenza – è ricco e ben realizzato. Menzione speciale per il cane che si muove in maniera convincente fra le gambe del suonatore. Affabulatorio: 9.

“Ridi pagliaccio”, di Lebigre e Roger ci ha catturato per la sua speciale fascinazione. Un clown nel suo camerino si sta truccando per lo spettacolo; dapprima lo vediamo riflesso nello specchio, perché inizialmente volge le spalle al pubblico. Poi si gira e ci colpisce il suo volto espressivo, quasi “vero”. Spesso i carri dei Lebigre hanno un “quid” che li distingue dagli altri, questo esibisce sicuramente il suo essere particolare. Magico: 9.

Dà un graffio alla retorica bellicista “Pace armata” di Alessandro Avanzini, un carro ben riuscito, che fa arrivare efficacemente il suo messaggio. Al centro della costruzione c’è una ragazzina con elmetto e maschera antigas, che si erge in mezzo alle macerie della guerra. Quando la maschera si solleva, apprezziamo il volto ben modellato di un simbolo delle vittime di tutti i conflitti. Emozionante: 9.

Ci mostrano la superiorità dei carri di Viareggio Umberto, Stefano, Michele Cinquini e Silvia Cirri schierando sui viali a mare un gigantesco gorilla di altezza e massa impressionanti. “Evoluzione della specie” è un altro carro pacifista: l’uomo è una bestia perché non riesce a fare meno della guerra. La tradizione degli animali imbarcati sui carri viene utilizzata per promuovere un messaggio di civiltà. Metaforico: 8,5.

“Carneval Divino” di Luca Bertozzi pone una tecnica sofisticata al servizio di un contenuto “vintage”, che non avrebbe sfigurato in una sfilata degli anni ’40. Bacco – un nume tutelare del Carnevale – se ne sta beato dentro un tino, intento a pestare l’uva. Il tino ruota e oscilla, la figura si alza e si abbassa in un carro che vanta movimenti elaborati. Anche se l’idea è minimalista, non si scorgono difetti. Antiproibizionista: 8.

Con “Io sono nessuno” Roberto Vannucci (che l’anno scorso fu ingiustamente ‘punito’ dal responso della giuria), si occupa delle disuguaglianze sociali. Il protagonista del carro è un senzatetto intento a suonare il violino. Anche questa, una costruzione ben realizzata, con un messaggio di speranza affidato ai girasoli. Solidale: 7,5.

E’ un omaggio filiale il carro di Fabrizio e Valentina Galli. In occasione del centenario, nel lontano 1973, Renato Galli portò sui viali a mare un bellissimo Burlamacco di cartapesta. E la maschera creata da Bonetti, mezzo secolo dopo, è ancora al centro di “Pianeta Terra 2.0”. Tutto intorno cavallucci marini, pesci e maschere sorridenti. Sul retro, tanti Pierrot con il cuore in mano. Affettuoso: 7.

È stato danneggiato da una rottura (un braccio del mascherone centrale si è spezzato) “Una macumba per dire basta!” di Luigi Bonetti. L’idea è che solo la magia nera può salvare il mondo alle prese con le attuali devastazioni. Il re del voodoo campeggia al centro della costruzione; ai lati un joker e una maga. Menzione particolare per i costumi, davvero elaborati e ispirati ai riti caraibici. Beneaugurante: 7.

Pulcinella è il vero protagonista di “Meraviglioso”, carro di Luciano Tomei su progetto di Antonino Croci. La maschera della commedia dell’arte indossa una collana di corni portafortuna e la maschera sul viso si alza e si abbassa. Scaramantico: 6,5.

Umberto Guidi