"Troppe incertezze legali per i pannelli fotovoltaici"

Angelini di Navigo analizza gli effetti della guerra sui cantieri del diporto: "Bollette quadruplicate e materie prime scarse. Ma possiamo aiutare le aziende a reagire"

Migration

La crisi energetica batte forte anche sulle attività della nautica da diporto. I costi delle bollette sono in crescita esponenziale tanto da indurre le aziende a implementare soluzioni per risparmi strutturali e duraturi nel tempo. Pietro Angelini, direttore di Navigo e del Consorzio Marine Toscana, Ad del Distretto tecnologico della nautica e portualità Toscana, dal salone di Cannes fotografa i problemi della cantieristica da diporto: che ha i bastoni fra le ruote in materia di realizzazione di impianti fotovoltaici.

Cosa possono fare i costruttori di fronte alle bollette mostre di gas e elettricità?

"La maggior parte dei cantieri insiste sul Demanio, e con questa situazione legislativa progettare impianti fotovoltaici sui tetti dei capannoni industriali è molto incerto per le imprese. Se lo stato metterà a gara le concessioni che succederà a un investimento che dura 20 anni? Ma con le bollette elettriche e del gas quadruplicate in così pochi mesi, molti industriali stanno operando sul risparmio energetico. Le competenze espresse dal nostro consorzio sono a disposizione per quelle aziende che pensano ad un futuro di lavoro sostenibile. Occorre ragionare seriamente sugli sviluppi industriali dei prossimi anni, che se bene gestiti possono dare soddisfazioni".

Qual è la situazione degli ordinativi e dei processi di sviluppo della filiera nautica?

“Come gruppo di circa 500 aziende abbiamo complessivamente, a cominciare da Viareggio, un’economia nautica che fattura ad oggi sui 3 miliardi di euro. Con migliaia di addetti qualificati. I cantieri esportano mediamente il 95 % del prodotto finito barca, con punte del 100 %. Il comparto delle forniture, fortissimo su piazza, copre l’80% del fabbisogno ed è realizzato da aziende toscane, con un ritorno finale del prodotto barca che è il più alto mai ottenuto. Gli ordini firmati e certi si attestano fino al 2025 compreso, mentre c’è già una forte richiesta di affari oltre i tre anni, come ho potuto osservare di persona qui a Cannes, al salone nautico. Noi come consorzio notiamo anche un elemento che deve fare riflettere. Cioè che nell’ ambito della portualità, quest’anno molte imbarcazioni sui 15 metri e anche più piccole, sono rimaste più volte ferme all’ormeggio nei nostri porti a causa del lievitare dei costi di esercizio. Ad esempio, se fino a pochi mesi fa andare dalla nostra costa fino all’Elba costava circa 1.500 euro, oggi siamo invece a quasi 5.000 euro. Il diportista già importante ha limitato le uscite. Non è un bel segnale".

Si può fare qualcosa per limitare questi effetti della crisi internazionale?

"I costi della portualità possono essere da subito abbattuti adottando in modo sinergico le tecnologie d’avanguardia. Esempio sono le Marine toscane che stanno procedendo sull’efficienza energetica mediante lo sfruttamento del vento, delle maree e del sole, quali alternative per produrre energia elettrica pulita. A Viareggio in particolare potremo procedere in velocità perché gli spazi adeguati ci sono e altri si possono acquisire, per mettere in moto anche un’economia tutta interna".

Si parla anche di gravi carenze di approvvigionamento dei materiali, dalle plastiche agli acciai.

"Anche sul tema dei materiali di seconda vita possiamo realizzare prodotti per la nautica di assoluto pregio. Penso alle varie forniture di bordo, ma anche agli acciai riciclati, alle materie prime riproposte. Alla canapa, che sta avendo applicazioni a bordo di grande bellezza e sostenibilità. Le nostre aziende sono bene attrezzate per questo. La nautica ha molti margini di sviluppo sostenibile, e noi siamo pronti a fornire le competenze necessarie".

Walter Strata