Gli spari di Torre del Lago, "Padre e figlio hanno reagito per paura"

Attese martedì le risultanze della Scientifica per sapere chi dei due ha effettivamente esploso i colpi. Il Gip ha convalidato gli arresti

Al centro il questore, Alessandra Faranda Cordella

Al centro il questore, Alessandra Faranda Cordella

Torre del Lago (Viareggio), 22 gennaio 2022 - Sarebbe stata "la paura" a far reagire Gianluigi Ragoni e suo padre Adelmo. Il timore di essere separati da un nuovo, l’ennesimo, ricovero in psichiatria a far premere il grilletto di quella vecchia pistola custodita illegalmente in un cassetto della casa di via Bohème da chissà quanti anni.

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"Ma non c’era assolutamente la volontà di uccidere o di fare del male a qualcuno". E’ quanto padre e figlio, rimasti asserragliati per un interminabile pomeriggio nelle quattro mura di casa dopo aver ferito con un proiettile il vigile del fuoco Marco Aurelio Filippi, intervenuto con i colleghi in supporto dei vigili urbani e del personale sanitario, per l’esecuzione del Tso a carico di Gianluigi, hanno spiegato ieri interrogati dal giudice per le indagini preliminari Riccardo Nerucci. Gianluigi in videoconferenza dal carcere di Massa, dove si trova recluso. Mentre Adelmo, ex appuntato dei Carabinieri, novant’anni da compiere ad aprile, si è presentato in Tribunale a Lucca con l’avvocato Gia nluigi Coletta, del foro di Pisa.

Nonostante le dichiarazioni rese dai due indagati, per entrambi l’accusa di tentato omicidio in concorso e porto abusivo d’arma da fuoco, il Gip ha accolto le richieste del Pubblico ministero Lucia Rugani e ha convalidato l’arresto. Dunque Gianluigi resterà nel carcere di Massa, il padre Adelmo ai domiciliari con la possibilità, essendo solo, di uscire due volte a settimana per fare la spesa. Entrambi, visto l’atteggiamento tenuto, sono stati considerati pericolosi.

«Sia il padre che il figlio – spiega il legale Coletta – hanno risposto ad ogni domanda del giudice. E le versioni rese sono esattamente le stesse". Sulla dinamica il difensore non aggiunge altro. Ma i Ragoni già nell’immediatezza del fatto avevano fatto il medesimo racconto. Entrambi avevano dato ai poliziotti la stessa versione su quanto accaduto, appena dopo l’ora di pranzo, oltre la porta che i vigili del fuoco stavano tentando di forzare per eseguire il trattamento sanitario obbligatorio: ovvero che a sparare i due colpi di pistola, che hanno attraversato il legno, sia stato l’anziano. Sono attesi per martedì, dalla Scientifica di Firenze, gli esiti della prova stub, utile per rilevare la presenza di polvere da sparo sulla pelle, che potranno fare definitivamente chiarezza su questo aspetto della vicenda.

"Dalla ricostruzione fatta comunque – prosegue l’avvocato Coletta – emerge che l’intenzione, nonostante l’atteggiamento spavaldo, non era quello di uccidere o ferire qualcuno. E che in sostanza si sia trattato di un incidente". L’avvocato Coletta conosce da diverso tempo Gianluigi.

"L’ho tutelato in una causa in cui è parte lesa – racconta –. Perché Gianluigi è una persona pacifica, non è uomo violento. E’ in cura presso i servizi psichiatrici da diciassette anni, e nel corso di questo tempo ha subito innumerevoli Tso e anche un ricovero in Rems".

L’ultimo accertamento sanitario obbligatorio, sfociato col ricovero nel reparto di psichiatria del Versilia, risale a pochi mesi fa. Era ottobre. "La paura che potesse succedere ancora potrebbe aver scatenato quella reazione; che, ripeto, ha portato accidentalmente al ferimento del vigile del fuoco".

Durante le lunghe ore trascorse barricato dentro casa, insieme al padre, la richiesta più pressante fatta da Gianluigi ai poliziotti-negoziatori, in mezzo ai deliri, è stata di far revocare quell’accertamento sanitario. Solo così sarebbe uscito di casa. In ragione di ciò che hanno raccontato e del fatto che entrambi sono incensurati l’avvocato Coletta ha chiesto per entrambi la scarcerazione. "Credo che il carcere non sia il luogo idoneo per Gianluigi – afferma il legale – . Può essere considerato fastidioso, per le storie che racconta e l’invadenza con cui magari lo fa. Ma non è violento, né pericoloso. E neppure suo padre, ex appuntato dei Carabinieri, lo è Nei prossimi giorni tornerò ad incontrarli, e valuteremo insieme cosa fare".