Forte dei Marmi, tartaruga muore soffocata in una rete illegale

Vegliata per due giorni, fino all’ultimo respiro, dalla sua compagna di viaggio. Il volontario del Wwf: "Mai vista una storia così straziante"

La tartaruga morta

La tartaruga morta

Forte dei Marmi, 13 settembre 2022 - Erano insieme. Una accanto all’altra. Una libera di andarsene, e di riprendere il mare. Ma che ha scelto di restare accanto all’altra; imprigionata invece in una rete da pesca, illegale, gettata a cinquecento metri dalla costa, di fronte alla spiaggia ’Le dune’ di Forte dei Marmi. Quelle maglie sono diventate una trappola mortale per un esemplare di “Caretta caretta“. Una tartaruga di circa 15 anni, a giudicare dalla stazza (larga 50 centimetri) e dal peso (17 chili). Morta, probabilmente, per soffocamento. Imprigionata in quel groviglio, da cui non è riuscita a liberarsi. E vegliata, per almeno due giorni e due notti, dalla sua metà.

"Una storia struggente ed allo stesso tempo straziante – racconta il responsabile del Centro recupero tartarughe marine del Wwf di Marina di Massa, Luca Giannelli – . In cui, forse, un compagno o compagna ha visto spegnere la vita della propria metà, avviluppata nelle maglie mortali dell’attrezzo illegale da pesca". E nonostante lo strenuo supporto, altro non ha potuto fare che rimanerle accanto, fino all’ultimo respiro. E poi fino arrivo del mezzo nautico che ha issato a bordo la carcassa e l’ha accompagnata fino a riva. "Solo a quel punto, l’altra – prosegue Giannelli – ha ripreso il suo viaggio negli abissi delle profondità marine. Questa volta in solitaria".

A trovare le due tartarughe, ieri mattina, sono stati due diportisti: Gino Ricci e Sergio Monteforte , ex agente della Polizia Municipale del Forte. "Quando sono arrivato a largo ho capito subito che per quel bell’esemplare di tartaruga, rimasta intrappolata, non c’era nulla da fare, e d’intesa con la Capitaneria di Porto – racconta – ho agganciato la rete in cui era avvolta e l’ho trascinata fino a riva". Nel porticciolo del Beach, al Cinquale.

Ad attenderlo sulla banchina i i militari della Guardia Costiera di Carrara, che procedono d’intesa con quelli di Viareggio, insieme ai volontari del WWf Apuano. "Mi sono accorso che la rete non era tracciata, né segnalata. Saranno stati almeno trenta metri – giunge Monteforte –; per questo l’ho segnalato alle autorità". Dopo i rilievi di rito, i militari della Polizia Giudiziaria hanno posto sotto sequestro la rete; mentre la carcassa della tartaruga marina è stata presa in consegna dai volontari del centro recupero del WWF che, su disposizione dell’Arpat di Livorno, verrà successivamente trasferita all’Istituto di zooprofilassi di Pisa per gli accertamenti del caso. "Tale evento – aggiunge Giannelli – è da annoverarsi quale terzo episodio di ritrovamento sul territorio apuano di esemplare morto, a causa di soffocamento da reti o da urto con eliche di imbarcazioni, in soli 30 giorni". Ma mai, in 25 anni di salvataggi e di recuperi, "mi era capitato di assistere ad una storia così dolce, e pure così dolorosa".

"Ricordiamo a tutti gli utenti del mare – conclude il volontario – che è illecito depositare od introdurre in acqua strumenti da pesca illegali. Chiediamo che qualunque abuso sia segnalato alle autorità competenti, mettendo a disposizione oltre il numero di soccorso in mare 1530 della Guardia Costiera, il 360234789 del Wwf".