Da Camaiore alla metropoli cinese. "La mia vita da super manager"

Marco Bertola partito dalla colline di Camaiore oggi guida la Fosber a Foshan: «Vale la pena scoprire il mondo, senza aver paura»

Marco Bertola è al centro

Marco Bertola è al centro

Camaiore (Lucca), 16 novembre 2019 - Da piccola Camaiore alla metropoli di Foshan (Guangzhou), in Cina, con circa dieci milioni di abitanti. Dall’andare al lavoro attraverso le colline versiliesi e lucchesi, a un percorso che si articola attraversi moderne infrastrutture, tutto questo a migliaia di chilometri di distanza della casa natia. Ma vuoi mettere lavorare in Cina come General Manager di una grande azienda? Vuoi mettere la soddisfazione di avere scalato i gradini del lavoro con quell’impegno, la dedizione e quella cultura del «senza rimboccarsi le maniche e mettersi in gioco non si ottiene nulla», cultura radicata nel Dna della sua famiglia.

Ecco Marco Bertola , da poco quarantenne (figlio dell’ex sindaco di Camaiore, Giampaolo, e della signora Giulia), ‘emigrante’ di successo in Cina, uno dei manager di punta di Fosber Spa, azienda Italiana acquisita dal gruppo cinese DongFang Precision. «In tutta onestà – racconta Marco Bertola in uno dei momenti di relax della sua vita frenetica non solo in Cina ma in tutta l’Asia, sempre in volo alla conquista di nuovi mercati – non avrei mai pensato che la mia vita mi avrebbe portato in Cina: quando ero piccolo, sognavo di fare il meccanico, una passione che mi ha trasmesso mio padre, ma non il meccanico industriale, bensì il preparatore della auto da corsa». «La meccanica – prosegue – ha sempre fatto parte della mia vita, è stato il filo conduttore della mia crescita professionale, indipendentemente dalla latitudine e dalla longitudine in cui mi trovo».

E così , dopo essersi diplomato all’istituto ‘Enrico Fermi’ di Lucca nel 1998 Marco Bertola ha cominciato a fare la gavetta in Fosber Spa, azienda il quartier generale a Monsagrati nel comune di Pescaglia, intervallata dal periodo di militare nell’Arma dei Carabinieri, per poi riprendere il suo posto di lavoro cominciando la scalata fino a…. Oggi Fosber Spa è una delle due aziende leader mondiali che progetta, costruisce e commercializza macchine per la produzione di cartone ondulato.

«Quando sono arrivato a lavorare in Cina quattro anni fa – racconta Marco Bertola – il cambiamento è stato significativo. Nonostante prima di questa scelta abbia avuto la possibilità di viaggiare molto, non solo in Europa ma anche negli Stati Uniti, Europa ed Asia, questa scommessa è stato un passo cruciale per la mia crescita professionale, culturale e sociale’. Un periodo di prova, poi la decisione di trasferirsi con la famiglia, la moglie Francesca e le due figlie Vittoria e Virginia, ‘le quali adesso iniziano a parlare mandarino – spiega ancora Marco –: frequentano la British School di Guangzhou, istituto madre lingua inglese, con mia moglie che ringrazio per tutto quello che sta facendo, lei si prende cura tra le altre cose di insegnare l’italiano e la storia europea alle bambine».

Uomo di mondo e nel mondo (non solo nel lavoro) ma comunque legato alla sua terra. «Dell’Italia quello che manca – aggiunge – sono i genitori, mia sorella, i parenti e gli amici stretti. Avendo però l’opportunità di rientrare almeno due volte l’anno in patria e considerando le sorprese di parenti e amici che mi raggiungono in Cina, questa mancanza viene parzialmente colmata». Un italiano in Cina, come si trova… mille anni dopo Marco Polo. «Noi italiani – dice Marco Bertola – siamo molto apprezzati da questo grande Paese, ovviamente sulla base della mia esperienza personale. Non solo: moltissimi ci guardano con ammirazione per quello che rappresentiamo nel mondo della moda, della meccanica, dell’alimentazione, delle auto e della cultura. Peccato non trovare molti giovani italiani in questo mondo…».

Consiglierebbe un’esperienza del genere a un giovane che in Italia stenta a trovare un lavoro? «Assolutamente sì – conclude – Ma non solo a chi non trova un’occupazione: credo fermamente che uscire da una zona di comfort sia imprescindibile se una persona desidera crescere ed “ha fame”. Quindi anche chi ha un lavoro in Italia, un’esperienza all’estero anche di qualche anno, la ritengo assolutamente indispensabile». © RIPRODUZIONE RISERVATA