Strage di Viareggio, ora il ricorso in Cassazione: 13 anni dopo la parola fine è lontana

La vicenda processuale sulla strage del 2009

Presidio all'esterno del Tribunale (foto di archivio)

Presidio all'esterno del Tribunale (foto di archivio)

Viareggio, 22 settembre 2022 - Non è ancora finito il processo della strage ferroviaria di Viareggio. Tredici anni non sono stati sufficienti per scrivere la parola fine. E neppure quattro gradi di giudizio. Gli avvocati difensori fin da adesso annunciano infatti un nuovo ricorso in Cassazione che sarà così il quinto passaggio. Probabilmente l’ultimo, anche se va precisato, che tante delle condanne inflitte la prima volta in Corte d’Appello, erano già diventate definitive in Cassazione. L’appello bis si è reso necessario per riqualificare le pene alla luce dell’avvenuta prescrizione dell’omicidio colposo e alla cancellazione dell’aggravante dell’incidente sul lavoro. Nel merito si è tornati in aula per discutere la questione della velocità, un profilo di colpa che non è stato più imputato ai dirigenti delle Ferrovie.

Erano le 23,48 del 29 giugno 2009 quando un treno merci deragliò poco dopo aver superato la stazione di Viareggio. Una delle cisterne che trasportavano Gpl si rovesciò e da un foro fuoriuscì gas. Poi l’esplosione. In quell’inferno a fianco dei binari morirono 32 persone. Il processo di primo grado

per definire le cause e le responsabilità dell’incidente si aprì a novembre 2013 nel polo fieristico di Lucca. Dopo tre anni di udienze, il 31 gennaio 2017, la sentenza: 33 imputati, 20 condanne.

ll 13 novembre 2018 iniziò il processo d’appello a Firenze. Il 20 giugno 2019 furono confermate la condanna a 7 anni inflitta in primo grado a Moretti, 6 anni a Elia e Soprano, e le condanne per gli imputati stranieri. La sentenza di Cassazione arriverà a gennaio 2021 con parziale rimando all’Appello. Appello bis che ha emesso la sua sentenza il 30 giugno scorso. Ieri, 82 giorni dopo, le motivazioni sono state pubblicate.