Strage, il presidio dei familiari delle vittime "Chiediamo verità e giustizia per i nostri cari"

Distribuito un volantino in cui si ricorda un analogo incidente avvenuto tre anni prima "Perché le Fs non fecero nulla?"

Anche l’associazione ‘Il mondo che vorrei’ (insieme all’assemblea 29 giugno) era presente ieri mattina a Firenze con un presidio davanti al Palazzo di giustizia in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario. I familiari delle vittime della strage ferroviaria hanno distribuito un volantino nel quale, in attesa che venga fissata la data della Cassazione, si chiede giustizia per le 32 vittime che persero la vita in quella maledetta notte del 29 giugno 2009 quando a Viareggio deragliò un treno composto di 14 cisterne di Gpl.

"Oggi – dicono i familiari delle vittime – siamo di fronte al Tribunale di Firenze, per rivendicare giustizia per i nostri cari e per le vittime di tutte le stragi industriali e ambientali, nei luoghi di lavoro, in nome del diritto alla salute e a quella sicurezza negata per le vittime di Viareggio". A tal proposito viene ricordato che appena tre anni e mezzo prima di Viareggio, il 6 dicembre 2005, nella stazione di Cavatigozzi (in provincia di Cremona), vi fu il deragliamento di un treno merci che trasportava cisterne contenente Gpl. Un incidente analogo che solo per fortuna non ebbe le medesime, tragiche conseguenze di quello di Viareggio.

"Eppure – rimarcano i responsabili del Mondo che vorrei – non fu aperta neppureun’inchiesta, un’attenzione doverosa per adottare misure preventive e protettive, nonostante fossero stati addirittura invocati interventi da parte di istituzioni, movimenti ambientalisti, abitanti e cittadini. E’ l’ennesima conferma che i vertici delle Ferrovie erano a conoscenza della gravità della situazione. Ma Moretti&company, hanno continuato a giocare sulla pelle e sulla vita di abitanti, utenti e ferrovieri. Tutto per il mercato e il profitto. Altro che reati colposi, altro che prescrizioni. Vogliamo ricordare la lotta che, da un anno, conducono i macchinisti del trasporto merci al fine di migliorare condizioni di lavoro e di sicurezza. Ferrovieri responsabili e coraggiosi nell’interesse della collettività, che sono oramai al settimo sciopero. Una lotta di sacrificio e costosa economicamente per il bene di tutti".

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