Si tuffa nel fosso per salvare un capriolo

Un operaio di Capezzano non ha esitato un attimo quando ha visto il cucciolo in difficoltà. "Mi è venuto naturale, amo gli animali".

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Salva un cucciolo di capriolo che stava per affogare nel fosso del Bucine: Luca Maggi, 49 anni, operaio di Capezzano Pianore, amministratore del gruppo Fratres locale, ieri senza esitare un solo attimo, si è tuffato nel fosso per salvare la povera bestiola impaurita. Ci sono storie che scaldano il cuore e ci dimostrano che l’amore esiste: un amore istintivo che spinge ad aiutare chi si trova in pericolo, senza voler apparire eroi, senza interesse, ma solo per pura umanità.

Una storia da libro ‘Cuore’ che fa stare bene, perché certi gesti non hanno tempo e luogo, hanno solo il senso della bontà. Luca abita a mezzo chilometro di distanza dal luogo in cui ieri pomeriggio, verso le 18, il piccolo capriolo, allontanatosi dalla mamma e di certo sperduto e disorientato, è caduto nel fosso del Bucine. La povera bestiola, con i suoi ‘guaiti’ di terrore e fatica, aveva già attratto l’attenzione dei passanti e di molti residenti: si era creato infatti un gruppo di persone che assistevano alla scena, inermi e preoccupate. Qualcuno ha chiamato i vigili che sono giunti sul posto con una pattuglia. Ma il cielo o il destino ha inviato Luca sul posto: "Stavo andando al supermercato - racconta il Maggi - quando ho visto mia mamma ed altri fermi lungo il fosso. Sono sceso e ho visto il capriolo che annaspava terrorizzato: a quel punto sono tornato indietro e ho indossato gli stivali per entrare nel fosso. Poi, mi sono reso conto che non bastava e mi sono tuffato per caricarmelo addosso... Non voglio apparire un eroe. Vorrei che questo gesto servisse da esempio: a me è venuto naturale. Amo gli animali e quando vedo certe scene di maltrattamenti, mi si accappona la pelle".

Il capriolo è stato trasportato in una clinica veterinaria vicina dall’Asl chiamata dalla Polizia municipale: ha bevuto molta acqua e forse si era anche ferito. Per una volta nel Bucine non si parla di moria di pesci, ma di vita, di una giovane vita salvata. “Sono felice e spero che stia bene e venga rimesso al più presto in libertà” chiude Luca con le braccia un po’ graffiate da zampe in cerca di approdo. Le femmine di capriolo partoriscono in maggio: di certo questo ‘Bambi’ non ha più di due mesi. La mamma riconoscerà il suo amato odore appena tornerà nel suo sottobosco perduto del Bucine.

Isabella Piaceri